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Walk of Life – Il Cammino della Vita

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano
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Una settimana nella natura a Gressoney per ritrovarsi dopo il Covid, camminare e crescere insieme.

Un’estate memorabile per tutti, ma ancora di più lo è per i tanti studenti che si sono trovati a sostenere il proprio esame di maturità in una modalità che nessuno avrebbe mai pensato e così concludere il proprio percorso liceale e affacciarsi al mondo dell’università.

I maturati

La Fondazione Gesuiti Educazione ha desiderato accompagnare questo delicato momento di passaggio in queste altrettanto delicate contingente, proponendo agli studenti maturati l’esperienza immersiva in montagna WALK OF LIFE approfittando della possibilità di utilizzare la casa vacanza dell’Istituto Leone XIII, Villa Belvedere a Gressoney Saint Jean. E così un gruppo di quattro amici appena terminata la “maturità” hanno potuto attraverso la metafora della montagna rileggere il loro percorso di quest’anno e non solo.

Dal 13 al 18 luglio Mattia, Federico, Mario e Paolo si sono inerpicati per le pendici della valle del Lys ripercorrendo le salite e le discese dei loro anni del liceo, hanno fatto i conti con il meteo avverso che li ha costretti a rivedere i loro programmi e così scoprire inaspettati paesaggi, proprio come è avvenuto in questi ultimi mesi dove tutti i nostri progetti sono saltati per aria, facendoci però scoprire risorse inaspettate nelle nostre comunità.

Ancora una volta, nonostante la precarietà della situazione attuale, o forse proprio grazie all’incertezza che sta caratterizzando la nostra vita, montagna e vita comune si sono rivelati strumenti preziosi per la crescita spirituale dei nostri ragazzi.

Gli universitari

Sette studenti universitari ed una studentessa di ultimo anno di liceo, provenienti da Milano e da Palermo, si sono dati appuntamento per il quarto turno di “Walk of Life”, esperienza immersiva in montagna, con base a Villa Belvedere a Gressoney St. Jean. Li hanno accompagnati i padri Alessandro Viano e Eraldo Cacchione, e il professor Biscardini del Leone XIII.

E’ la prima volta dopo tanti anni che viene fatta una proposta di convivenza comunitaria esplicitamente dedicata ad exalunni delle scuole italiane dei gesuiti; annunciata quasi sottovoce a tutta la rete dei collegi della Fondazione Gesuiti Educazione proprio in corrispondenza con l’uscita dal durissimo lockdown, ha trovato l’adesione di sette studenti, tutti exalunni del Gonzaga o del Leone XIII, ed una studentessa del Leone. Non tantissimi ma, vista l’eccezionalità di quest’estate, ci siamo detti: “proviamoci lo stesso”…. e il frutto è stato abbondante.  Di fatto, a fine esperienza ci siamo resi conto di aver inaugurato una proposta per exalunni universitari che desiderano continuare il percorso di fede avviato nelle scuole ignaziane.

Nei giorni trascorsi insieme a Gressoney, ben scanditi da un programma ad un tempo ricco di offerta formativa e anche di spazio “libero”, ci sono state numerosissime occasioni per dialoghi, conversazioni e condivisioni… a due, a tre, o col gruppo al completo – unitamente a  tanto spazio per il silenzio personale e la preghiera. L’esperienza del camminare in montagna, anche con qualche passeggiata molto impegnativa come la salita notturna da Staffal (1700 m) fino al Rifugio Mantova (3450 m), ha contribuito sia a dare ampi tempi  per l’interiorità, sia a cementare fortemente legami di amicizia e di fiducia nel gruppo.

Alla fine dei sei giorni di Walk of Life  la valutazione dei giovani  è stata estremamente positiva, con tanta voglia di ripetere l’anno prossimo – e anche di sperimentare una versione “invernale” a fine sessione d’esami, in febbraio.

Gli otto partecipanti hanno dichiarato di essersi sentiti accolti e amati, e di avere avuto modo di relazionarsi a livello profondo con tutti. Oltre alle passeggiate, le Messe all’aperto, le condivisioni sugli spunti molto adatti alla loro età e ai loro temi esistenziali (tratti da “Il cammino dell’uomo” di Martin Buber), i partecipanti al turno sono rimasti molto colpiti dal legame tra luogo ed esperienza, come a dire: Gressoney è il luogo adatto per un’esperienza di profondità interiore e di condivisione, non solo di “divertimento” come ai tempi della scuola.

Marco, uni dei partecipanti, ha commentato: “E’ come se la comunità di ricerca nata al liceo si fosse allargata: apparentemente, con la partenza per l’università i curricula di studio personali si sono divisi parecchio, in realtà l’esperienza pastorale è ciò che ancora oggi ci fa sentire appartenenti ad un’unica comunità. Vivere questi giorni a Gressoney è stato come ricevere una carezza per il cuore”.

Un altro partecipante ha dichiarato: “E’ stato importante avere del tempo per me in questi giorni, dopo un anno in cui mi sentivo molto schiacciato dalle cose”.

Concludiamo questo breve resoconto con un commento di Chiara, diciotto anni, ancora liceale, la più giovane del gruppo.

“Questo Gressoney 2020 lo potrei riassumere così: esperienza di pienezza e di approfondimento. Premetto che, nonostante un lungo momento di incertezza, sono riuscita a riporre fiducia in coloro che me l’hanno proposto, il che è stato fondamentale. È stato un cammino di crescita personale e gli elementi che l’hanno reso tale sono stati essenzialmente tre: l’accoglienza calorosa che ho ricevuto e l’incontro e il confronto con  l’altro. Il primo fra i tre mi ha permesso di sentirmi libera di stare con l’altro senza aver bisogno di nascondermi dietro alla timidezza, mentre gli ultimi due mi hanno fatto rivalutare molto aspetti della mia vita: mi hanno fatto scartare quelli che ho compreso esser futili e approfondire altri che erano rimasti in superficie. Infine è stato per me un percorso di pienezza in quanto, grazie alle testimonianze di vita degli altri e al vivere ogni circostanza e ogni momento con grande presenza, cosa per me non sempre facile, ho accolto con smisurata gratitudine tutto ciò che mi capitava, che per ora mi si è rivelato come vero tesoro, e che mi auguro di riuscire a fare fruttare e di condividere in futuro.”

 

 

 

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