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Villapizzone, “comunità sorgente” dove la Parola si vive alla pari

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Oggi sono cinque i padri gesuiti che, famiglia tra le famiglie, fanno parte della comunità. Nata nel 2003, questa associazione mette in rete una trentina di esperienze sparse in tutta Italia. Il principio alla base delle loro convivenze è un percorso vocazionale che favorisca una vita comune in un contesto di fiducia, sobrietà, solidarietà, accoglienza e responsabilità.

Le radici affondano nel clima post-conciliare degli anni Settanta. È in quell’humus, fatto di volontariato internazionale, ricerca di modelli di famiglia diversi e di una Chiesa dove uomini e donne, preti e laici, vivono la Parola «alla pari», da compagni di strada, che nasce Villapizzone, nella periferia nord di Milano, un’esperienza che anni dopo verrà definita dai sociologi «comunità sorgente ». Bruno ed Enrica Volpi, di ritorno da un periodo trascorso in Africa, cercano uno spazio dove continuare a vivere la solidarietà e l’accoglienza, insieme ad altri.

È la stessa domanda che si portano appresso alcuni padri gesuiti, destinati all’insegnamento, ma “provocati” dalla storia che cambiava. «Quarant’anni fa avevamo intuito che era importante vivere in comunità, nella fraternità, semplicemente, senza il peso delle grandi strutture, testimoniando il Vangelo prima di dirlo, lavorando per vivere, come tutte le persone normali», raccontava padre Silvano Fausti, tra i fondatori della comunità, biblista, scomparso nel 2015. Si cerca spazio in una vecchia cascina fatiscente, dove già avevano trovato rifugio brigatisti, tossici e collettivi sociali. Con qualche esitazione da parte del cardinale Colombo, il pieno sostegno del padre Arrupe e un accordo con i Radice Fossati, proprietari della cascina, nel ’78 i gesuiti e le famiglie che nel frattempo si erano riunite intorno ai Volpi prendono possesso di un’ala di Villapizzone.

Le foto custodite negli album mostrano tetti sfondati, scale pericolanti, pareti scrostate e imbrattate di slogan politici. Era tutto da costruire, anche il modo di stare insieme. Oggi sono cinque i padri gesuiti che, famiglia tra le famiglie, fanno parte della comunità. «Abbiamo messo in comune i desideri che avevamo, abbiamo agito e, solo dopo, riflettuto sulla nostra esperienza, tanto che la “carta di vita comune” è arrivata dieci anni dopo l’inizio», spiega Elisabetta Sormani, sposata con Tullio e Presidente di Mondo di comunità e famiglia. Nata nel 2003, questa associazione mette in rete una trentina di esperienze sparse in tutta Italia che fanno riferimento a Villapizzone.

Il principio alla base delle loro convivenze è un percorso vocazionale che favorisca una vita comune in un contesto di fiducia, sobrietà, solidarietà, accoglienza e responsabilità. «Ognuno deve seguire la sua vocazione. A noi coppie, i gesuiti ci hanno aiutati a capire la sacralità del matrimonio», dice Elisabetta. E spiega con un esempio che quando qualcuno, ciclicamente, ripropone di celebrare le lodi insieme prima di andare al lavoro, sono sempre i padri a dire un no deciso, spiegando che marito e moglie possono pregare insieme a casa, nella loro camera. «È quello lo spazio in cui devono vivere la loro vocazione».

La convivenza con le famiglie, spiegano i gesuiti, aiuta loro a sentirsi persone normali e sicuramente “zii” un po’ speciali per i tanti bambini che girano per la cascina. Un’altra intuizione degli inizi è la voglia di vivere in una realtà aperta, che non fa della comunità una sicurezza, ma piuttosto uno spazio di accoglienza. Per Villapizzone passa il mondo: le famiglie accolgono bambini in affido o giovani in difficoltà o sacerdoti, seminaristi e religiosi che hanno bisogno di un periodo di riflessione. Ma ogni nucleo familiare decide per sé, liberamente. Infine c’è la scelta di vivere con sobrietà. Da qui, la cassa comune e l’assegno in bianco che le famiglie ricevono ogni mese.

La comunità – sette famiglie, compresi i gesuiti – ha solo un appuntamento fisso, la riunione mensile, e poi una merenda ogni giorno in cortile per chi c’è, annunciata dal suono della campana.

I padri gesuiti celebrano messa nella comunità di Villapizzone a Milano

I padri celebrano Messa ogni giorno, chi vuole si aggrega. E una volta a settimana si fa una lectio continuata della Parola di Dio, che richiama gente da tutta la diocesi (tanta gente ascolta le lectio visitando il sito www.gesuiti-villapizzone.it). Da alcuni anni hanno preso il via anche alcuni cammini per giovani (La Bussola e il Veliero: un incontro al mese), molto frequentati, che pongono al centro l’ascolto della Parola di Dio e gli strumenti della spiritualità ignaziana (metodo di preghiera, regole del discernimento ecc.), in un clima di condivisione fraterna.

Il giardino, i saloni e gli spazi esterni, tra giganteschi cedri del Libano, sono frequentati dalla gente del quartiere, specie mamme – molte delle quali straniere – che organizzano feste di compleanno e momenti di gioco per i più piccoli.

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Alcuni membri della comunità lavorano all’esterno, altri sono fissi a Villapizzone e diversi sono impegnati nella cooperativa Di mano in mano, che si occupa di sgomberi e rivendita, ha due sedi, più di 40 soci, fa lavorare 100 persone e ha un mercatino di usato e antiquariato con una clientela assai diversificata, dal rom al collezionista. È un’esperienza che negli anni si è consolidata, è cambiata, ha fatto nascere altre realtà e incontrato migliaia di persone.

https://www.youtube.com/watch?v=N0A2uUAkZc0

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