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Una comunità in missione

Le preferenze apostoliche universali dei gesuiti

Alcune riflessioni a partire dall’incontro dei Giovani Gesuiti in Formazione in Romania (26-31 dicembre 2019)

Era dal 2016 che non avevo l’occasione di partecipare all’incontro fra scolastici e fratelli in formazione che annualmente viene offerta dalla nostra Provincia, normalmente tra il 26 e il 31 dicembre. Il mio studiare teologia nelle Filippine (ora al terzo anno, quasi in dirittura di arrivo) me l’ha impedito. Quest’anno tuttavia mi è stato possibile tornare per qualche settimana in Italia nel periodo di Natale, e dunque ho potuto prendere di nuovo parte all’incontro.  Vivendo così lontano, e con rare opportunità di contatto con la Provincia, benché stia vivendo una bellissima e intensa esperienza di “compagnia universale”, desideravo davvero riconnettermi con tanti compagni che per lungo tempo non ero riuscito a rincontrare, nonché avere l’opportunità di conoscere i nuovi compagni giunti a questa tappa della formazione. Durante l’incontro, ho avvertito una particolare consolazione nell’ascoltare le esperienze e le condivisioni dalla viva voce dei miei compagni e nella mia lingua (cose che prima forse davo troppo per scontate), così come nel partecipare alle celebrazioni eucaristiche presiedute dai confratelli miei diretti compagni di formazione ordinati di recente.

Non da ultimo, mi sento particolarmente fortunato per il fatto di aver preso parte a questo incontro in un contesto come quello della Romania (in cui non ero mai stato), divenuta di recente parte integrante della Provincia. Vivendo quotidianamente l’esperienza di sentirmi straniero e il desiderio di condividere con altri la mia identità culturale, mi sono sentito partecipe in modo particolare della gioia dei compagni rumeni nell’accompagnarci alla scoperta del loro paese e della sua storia. L’incontro, secondo un format diventato più comune negli ultimi anni, ha unito momenti di incontro e condivisione fra di noi, con alcuni particolari focus tematici (fra cui il tema dell’organizzazione dell’estate negli anni di formazione e la gestione del blog dei gesuiti in formazione “Project22”), e momenti di viaggio e visita del paese che ci ha ospitato. Questo incontro è stato particolarmente “on the road”: dalla nostra casa di esercizi a Cluj-Napoca, dove abbiamo principalmente alloggiato, ci siamo trasferiti alla nostra parrocchia di Satu Mare e a Sighet per conoscere la realtà delle case famiglia, tradizionale meta dei campi della Lega Missionaria Studenti, per infine tornare a Cluj. L’incontro e la conoscenza delle realtà “gesuitiche” della Romania sono stati accompagnati dalla visita ad alcuni luoghi significativi della memoria del recente e difficile passato del paese e dei martiri del regime comunista.

Al termine di questa esperienza, tentando di fare sintesi di quanto vissuto, ho ripensato al brano del Vangelo in cui Gesù ha chiamato i suoi discepoli “perché stessero con Lui e per mandarli a predicare” (Mc 3,14). Personalmente ritengo che la tensione fra l’essere comunità di gesuiti in formazione, come ne ho fatto profonda e consolante esperienza nei giorni in Romania, e l’essere inviati ad dispersionem (talvolta persino in solitudine) nelle nostre rispettive missioni, vicine o lontane che siano, pur rimanendo sempre viva, trovi una sua composizione nella nostra stessa vocazione a essere “compagni di Gesù”. Noi siamo sempre chiamati a “stare”, con Dio e fra di noi, ed allo stesso tempo chiamati a “partire” per la missione. San Francesco Saverio offre su questo l’immagine che sento a me più cara: quella del compagno di Gesù pronto a essere inviato nei luoghi più lontani, ma sempre con i nomi ed i volti dei suoi compagni e amici nel Signore scritti nel cuore. Ed è questa comunità di confratelli e amici in formazione, benché fisicamente dispersa e lontana, che dopo questo incontro sento ancor più vicina al mio percorso formativo e compagna nella mia missione qui in estremo Oriente.

Cesare Sposetti SJ

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