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Trento. Il modello universale del servizio civile alla trentina

La Fondazione Villa Sant’Ignazio è stato il principale ente organizzatore del convegno nazionale sul Servizio Civile Universale, tenuto a Trento il 13 dicembre scorso. Nel 2013 il bando per il servizio civile nazionale ha toccato il suo minimo storico, con 15.466 posti disponibili. È andata peggio solo nel 2012, quando il bando non c’è nemmeno stato. Solo pochi anni prima, nel 2007, furono 51mila i beneficiari. Mentre calano le occasioni di impegno civico per i giovani, c’è chi punta a invertire la tendenza, offrendo nuove opportunità e promuovendo il servizio civile universale. Di questo si è discusso durante il convegno di studio, dove si è approfondita l’esperienza pilota avviata in Trentino: il servizio civile universale provinciale. La legge consente, per la prima volta in Italia, agli enti privati sia non profit sia profit di accreditarsi accanto agli enti pubblici all’albo provinciale del servizio civile e di ottenere dalla provincia il finanziamento delle spese previdenziali e di assicurazione, mentre gli oneri contributivi e il compenso mensile rimangono a carico del singolo ente. Viene garantita al giovane, inoltre, la certificazione dell’attività svolta e la modulabilità dei tempi di durata del servizio, da pochi mesi a più anni.

Restano però ancora da fare i decreti attuativi per dare piena operatività alla norma ed è su questo che si è concentrata l’attenzione dei partecipanti al convegno. La norma trentina, di fatto, dà concretezza alla proposta contenuta nel “Manifesto per un servizio civile universale” elaborata nel febbraio scorso da un centinaio di rappresentanti degli enti di servizio civile. L’auspicio dei promotori del convegno è che l’esperienza trentina sia da esempio ed esportabile in altri territori.

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