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Torino. Spadaro al Sociale, su la rete e il senso del tempo

“Sapete qual è la differenza tra Steve Jobs e Sergio Marchionne?”. E’ questo l’interrogativo che Padre Antonio Spadaro al centro della conferenza “La ricerca del senso al tempo della rete: un’esperienza scolastica di educazione” ha fatto cadere tra il pubblico che è accorso numeroso nell’Aula Magna dell’Istituto Sociale la sera di martedì 19 febbraio 2013.

“Anzi. Perché all’indomani della sua scomparsa si è attivato un processo di canonizzazione nei confronti del guru di Cupertino e non è successo lo stesso con Marchionne? In realtà entrambi sono imprenditori. Entrambi costruiscono macchine. Eppure una differenza c’è perché le macchine di Jobs hanno a che fare con la parte più elevata dell’essere umano ovvero tutto ciò che è il suo intelletto e in una parola con il suo spirito. Una cosa che naturalmente è difficile riconoscere alle automobili”.

Il direttore di Civiltà Cattolica, dopo l’introduzione di Padre Vitangelo Denora, nella sua lectio magistralis ha toccato le implicazioni più profonde che il mondo del digitale ha rispetto ai temi della vita quotidiana, sgombrando subito il campo da molti degli equivoci che persistono nella mentalità comune rispetto del web. A partire dall’assunto che bisogna smettere di considerare la rete come un semplice strumento di comunicazione, perché è qualcosa di assolutamente diverso e in particolare, per citare una definizione cara agli anglosassoni, è un cervello globale. Un sistema che mette in contatto miliardi di teste in ogni angolo del pianeta. Ecco perché l’espressione “usare internet” è diventata assurda: internet è in primo luogo un’esperienza. Anche la Conferenza Episcopale dei Vescovi ha ultimamente dichiarato che la rete è un nuovo contesto esistenziale.

“Facebook è un mondo reale di relazione e di scambio – ha affermato Spadaro – e non è più un mondo che scorre parallelo alla nostra vita. Di fatto i social network rappresentano il nuovo snodo esistenziale attraverso cui facciamo esperienza degli altri e del mondo. Ciò non significa che rispetto a questa situazione non ci siano nuove problematiche. Pensate a quale sia la situazione che vi getta più nel panico? Quella di non essere trovati. Cioè quella di non avere campo. Infatti, l’uomo non ricerca più, ma pretende di essere messo nelle condizioni di essere cercato e di ricevere tutti gli input che desidera. E’ l’uomo-decoder”. Questo scenario sta avendo ovviamente forti ripercussioni anche sul mondo della scuola dove l’insegnante non ha più bisogno di dare nessuna risposta perché le risposte sono ovunque. Ciò che conta veramente rimane sempre la domanda. Ecco perché oggi la scuola deve essere capace di aprire i giovani a tutto ciò che è diverso da loro.

“Il sapere di oggi – ha concluso Spadaro – è basato sullo sharing. Se non conosci nessuno, non puoi conoscere niente. La conoscenza nel Terzo Millennio è basata sulla condivisione. In più non condividiamo cose, ma condividiamo soprattutto noi stessi e ognuno diventa il testimonial di ciò su cui si fonda la propria esistenza”.

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