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Sud Sudan. I passi incerti del nuovo Stato

Lo scorso anno il Natale era stato celebrato con euforia e speranza, con il referendum per l’indipendenza del Sud Sudan fissato per il 9 gennaio. Con il voto quasi unanime a favore e il Sud Sudan separato dal Nord e indipendente dal 9 luglio, l’emozione continua anche se è chiaro che la costruzione di una nazione richiede molta dedizione e impegno. E il nuovo anno porta con sé molte ansie: gli irriducibili del Nord continuano ad opporsi all’indipendenza del Sud e scatenano scontri in molte zone di confine. Tra i motivi c’è naturalmente il petrolio e la spartizione delle risorse, ma il regime islamico non accetta di perdere il controllo sulla vasta comunità cristiana e le etnie locali del Sud. La “Primavera Araba” è viva in tutta l’Africa… i dittatori e i loro sostenitori sono riluttanti a lasciare il potere. La pressione internazionale è fondamentale se vogliamo evitare un ritorno alla guerra aperta. Questo è attualmente il contesto e il panorama del Sud Sudan. “La nota positiva è, scrive il P. Mike Schultheis SJ, che siamo al quarto anno di vita dell’Università Cattolica del Sud Sudan con più di 500 studenti. Il 12 maggio è la data fissata per la laurea dei primi studenti. A Juba circa 400 studenti studiano nella Facoltà di Belle Arti e Scienze Sociali; a Wau, 350 miglia a Nord-Ovest, 120 studenti sono iscritti alla Facoltà di Scienze Agrarie e Ambientali. Il bambino è nato e continua a crescere, anche se i suoi passi spesso sembrano incerti e barcollanti”.

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