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Spagna, assegnati i premi Arrupe

Vincitori del premio il Jesuit Refugee Service (JRS) e il giornalista Jesús Blasco de Avellaneda.

Il cardinale Michael Czerny, SJ, responsabile della sezione migranti e rifugiati del dicastero pontificio per il servizio allo sviluppo umano integrale, ha presentato la seconda edizione dell’ Arrupe Award for Human Rights assegnato dall’Istituto universitario per lo studio della migrazione (IUEM) della Pontificia Università di Comillas il 20 maggio scorso. Czerny ha presentato il lavoro dei vincitori del premio – il Jesuit Refugee Service (JRS) e il giornalista Jesús Blasco de Avellaneda – e ha parlato della situazione dei migranti nel mondo provocata dal COVID-19, «che non solo aggrava le violazioni dei diritti umani, ma agisce anche come un amplificatore, una lente d’ingrandimento o una radiografia che rivela le strutture sociali immorali presenti nel mondo».

Durante l’evento – che si è tenuto online a causa del COVID-19 – Czerny ha mostrato una lettera scritta a mano dal Papa in cui Francesco dichiara che il Premio Father Arrupe «ci incoraggia ad aprire gli occhi, le orecchie e le mani sempre più a coloro che soffrono la fame, l’ingiustizia e la violenza, aggravate dalla pandemia di COVID-19». Il cardinale ha quindi dichiarato che la pandemia «può e deve aprire gli occhi a coloro che ne sono responsabili. E questi non sono solo coloro che detengono le redini dell’economia e della politica, ma anche consumatori e cittadini che, più o meno consapevolmente, insistono con uno stile di vita basato sullo sfruttamentosia delle persone che del pianeta».

Tom Smolich, SJ, direttore internazionale del JRS, ha accettato il premio assegnato a questa organizzazione che ha celebrato il suo 40 ° anniversario. Il gesuita ha fatto riferimento all’impegno di papa Francesco, «il miglior avvocato per i rifugiati e gli sfollati, che riassume efficacemente l’azione proposta a tutti i membri della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».

Smolich ha anche ricordato i quasi 80 milioni di sfollati forzati, secondo le ultime cifre dell’UNHCR, e tutti i laici, i gesuiti e altri religiosi che, durante tutti questi anni, hanno sostenuto i rifugiati e sfollati, cercando di far luce le loro vite e la voce alle loro aspirazioni.

Da parte sua, il giornalista Jesús Blasco de Avellaneda ha definito padre Arrupe come «un riferimento per le persone che hanno una vocazione a servire», e ha ringraziato l’IUEM per il suo lavoro e per aver creato questo premio

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