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Siria. Le bombe costringono il Jrs a sospendere i servizi ad Aleppo

Il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (Jrs) della regione Medio Oriente e Nordafrica (Mena) a seguito di “un’eccezionale ondata di violenza, come misura precauzionale in Siria ha sospeso, con grandissimo rammarico, con effetto immediato tutte le attività (centri di distribuzione aiuti, ambulatorio, mensa) ad Aleppo fino a nuovo ordine”.

Il Jsr denuncia l’escalation di violenza di questi ultimi giorni: “Si sono registrati attacchi massicci causati da granate ad Aleppo e dintorni che hanno causato diversi feriti gravi tra i civili”, “bombe da mortaio sono cadute proprio accanto al Centro di distribuzione e vicino all’ambulatorio gestiti dal Jrs”. Inoltre, “fin dalle prime ore del mattino, diverse bombe da mortaio sono cadute sulla moschea Al-Rahman Mosque accanto alla mensa del Jrs. Zone in cui abbiamo Centri di distribuzione e dove effettuiamo visite a domicilio alle famiglie più vulnerabili sono soggette a pesanti e continui bombardamenti”.

Il Centro Astalli (sede del Jrs in Italia) si unisce all’appello dei colleghi in Siria: “Nell’interesse e per l’incolumità della popolazione civile di Aleppo chiediamo a tutte le fazioni belligeranti di sospendere immediatamente ogni ostilità. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà con tutte le vittime e preghiamo che la pace ritorni ad Aleppo e in tutta la Siria al più presto”.

Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli aggiunge: “Oggi è un giorno molto difficile per tutto il Jrs. Ci appelliamo alle istituzioni nazionali e sovranazionali, alle organizzazioni internazionali, alle diplomazie attive nell’area perché sia fatto quanto necessario per stabilire una tregua ad Aleppo e in tutta la Siria. La popolazione civile è allo stremo. Bisogna immediatamente aprire una via di pace. Chiediamo inoltre che l’Europa immediatamente apra canali umanitari per far giungere la popolazione siriana a chiedere asilo in sicurezza. Servono visti temporanei e misure di accoglienza e protezione per uomini e donne vittime incolpevoli di un conflitto che deve cessare immediatamente”

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