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Siria. Il racconto dell’orrore nella lettera di padre Ziad Hilal

Da Homs, dove la guerra civile sta facendo vittime e distruzioni, la testimonianza di P. Ziad Hilal, in una lettera inviata alla Curia provinciale.

Caro P. Provinciale,
carissimi Superiori e confratelli della Compagnia,
Vi scrivo per informarvi sulla nostra situazione attuale a Homs, su ciò che stiamo vivendo. In questi ultimi giorni, le feroci battaglie tra le due le parti in guerra a Homs si sono svolte proprio nel nostro quartiere.
Dallo scorso giovedì cerco di incontrare P. Frans van der Lugt a Boustan al Diwan, ho tentato molte volte di andare da lui, con l’aiuto di P. Michel Naaman, ma non ci sono riuscito. La situazione è molto delicata, e ogni tentativo
per entrare nella parte vecchia della città significa suicidio. Il bombardamento va avanti ininterrottamente da giovedì e non dà tregua, la presenza diffusa di numerosi cecchini rende impossibile l’ingresso nella parte vecchia di Homs.
Ogni giorno cerco di comunicare con Bahjat, il giovane che vive con P. Frans , ma da giovedì non riesco a contattarlo. P. Frans ha chiesto a lui di occuparsi delle comunicazione. Prima di giovedì la comunicazione era comunque difficile e solo la sera si riusciva a parlare. Secondo Bahjat, la distruzione nel nostro quartiere è immensa, anche muoversi a piedi è difficile a causa dei cumuli di pietre e di macerie nelle strade.
Cinque cristiani sono stati uccisi in questi ultimi giorni, alcuni nelle loro case, altri in strada. Con determinazione abbiamo provato, insieme agli osservatori delle Nazioni Unite e alla Croce Rossa, a far evacuare in un luogo lontano dalla città gli abitanti che ancora restano in questa zona. Dai combattenti di entrambe le parti ci era stato promesso un cessate il fuoco di qualche ora, per mercoledì, e con P. Michel Naaman, P. Maxim e P. Alan ci eravamo preparati. Ma non c’è stata nessuna tregua e la lotta non ha più smesso da allora.
Secondo le statistiche ci sono più di 120 persone nel quartiere e venticinque persone nel nostro residence. Il problema è la mancanza di generi alimentari, dal momento che da qui non possiamo inviare nulla poiché le strade sono completamente bloccata. E Bahjat mi ha spiegato che i beni che abbiamo inviato l’ultima volta sarebbero bastati per altri 20 giorni. Nel vicino quartiere AdawiyyeNouzha la situazione è migliore, ma anche noi siamo esposti al fuoco incrociato e ai bombardamenti. Tre bambini del nostro centro sono stati feriti. Daniel (8 anni) è ancora in ospedale e ha subito due interventi chirurgici e deve sottoporsi a una terza operazione. Line (6 anni) a causa delle schegge ha avuto una gamba rotta e oggi sta meglio; e Zeina (7 anni) che è stata colpita leggermente da schegge in varie parti del corpo, ma non ha subito alcuna ferita grave.
Nello stesso incidente, uno dei nostri parrocchiani, Marwan Elias, dopo essere stato ferito è stato i sottoposto a diversi interventi di chirurgia, ma purtroppo è morto poco tempo dopo.
Alcune bombe sono cadute nella nostra zona e hanno distrutto case e negozi. Ieri i combattimenti sono stati molto intensi nel pomeriggio e la sera e due bombe sono cadute vicino alla nostra residenza, ma, grazie a Dio, non ci sono stati danni. Sempre ieri, dopo aver ricevuto una telefonata dalla signora Mirna Kabak da Sebaa, che mi chiedeva di andare in chiesa per portare ciò che restava, sono andato in tutta fretta e sono stato accolto da uno spettacolo orribile. La chiesa ha avuto danni ingenti, in particolare il soffitto, l’illuminazione, le icone e le vetrate. Sono stato profondamente commosso dal pianto dei fedeli di fronte allo stato in cui la loro chiesa è stata ridotta.
Preghiamo perché possiamo avere al più presto un cessate il fuoco in modo da poter incontrare p. Frans e gli altri. Stiamo ancora cercando di avviare un dialogo tra tutte le parti per calmare gli spiriti.
Volevo condividere con voi la nostra situazione, vi chiedo di pregare per P. Frans, per quanti sono con lui, e anche per noi e per i bambini dei nostri centri.
Con amore e affetto fraterno,
Ziyad Nouzha (Homs), 16 giugno 2012

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