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Roma. Un anno di ingiustizia e speranza, nel rapporto del Centro Astalli

Non bastano 30 euro al giorno per tre mesi per dare un senso al viaggio disperato intrapreso da chi scappa da guerre e torture. L’accoglienza riservata oggi ai rifugiati che sbarcano sulle nostre coste si riduce a questo. “Bisogna invece elaborare un sistema unitario di accoglienza, darsi un progetto”: è l’appello che padre Giovanni La Manna ha lanciato durante la presentazione del rapporto annuale 2014 del Centro Astalli. Nel cuore di Roma, al teatro Argentina, Astalli ha dato una fotografia aggiornata sulle condizioni di circa 21.000 richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2013 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza che l’Associazione gestisce.
Anche nel 2013, seguendo un trend degli ultimi anni, i migranti forzati che si rivolgono ad Astalli continuano a essere numerosi: circa 21mila le persone incontrate nei servizi del Centro Astalli di Roma. 37.000 il numero complessivo degli utenti assistiti in tutte le sedi territoriali dell’Associazione. Il direttore dei progetti, Berardino Guarino, ha sottolineato come la crisi economica continui a colpire in modo particolare i più vulnerabili. Anche persone che da tempo avevano intrapreso un percorso di autonomia sono state costrette a rientrare nel circuito dell’assistenza. Sempre numerose, tra le persone incontrate, le vittime di tortura: ne sono state individuate e assistite 713, per la maggior parte provenienti da Paesi africani.

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