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Roma. JSN in campo per “I diritti alzano la voce”

Il Forum nazionale del Terzo Settore e la campagna I diritti alzano la voce di cui il Jesuit Social Network è uno dei soci fondatori, organizzano una Giornata di mobilitazione, il 23 giugno prossimo, a difesa dei diritti sociali e per la riforma del welfare. E lanciano per questo un appello alla mobilitazione: “Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà, non scaricabarile!.”
Le decisioni assunte anche recentemente dal Governo, a cominciare dai tagli pesantissimi ai fondi nazionali per le politiche sociali, stanno aggravando ulteriormente una situazione già molto difficile. I diritti fondamentali non sono più garantiti in molte parti del paese, servizi rilevanti vengono tagliati a causa delle sofferenze di bilancio subite da Regioni ed Enti locali. Il dibattito pubblico, la politica e i media non sembrano avvertire con la necessaria urgenza e forza una questione che riguarda la vita di buona parte degli italiani.
Le organizzazioni sociali sono strozzate dai ritardi nei pagamenti dovuti dalla Pubblica amministrazione, che le costringono a indebitarsi ulteriormente e, in diversi casi, a chiudere i servizi.
Dinanzi a questa situazione, sostiene il JSN, non si può restare passivi, né limitarsi ad appelli e comunicati stampa, ma occorre una mobilitazione.
Il Forum del Terzo settore e la campagna I diritti alzano la voce chiamano tutti i cittadini, i volontari, gli operatori sociali, gli utenti dei servizi e le loro famiglie, le organizzazioni sociali di qualunque tipo a mobilitarsi – insieme – per una riforma del welfare che assicuri l’universalità dei diritti sociali – prima di tutto definendo i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale -, garantisca stanziamenti adeguati per servizi e prestazioni sociali, introduca il reddito minimo di inserimento, assicuri un fondo per la non autosufficienza non simbolico.
La mobilitazione prevede una manifestazione nazionale a Roma, davanti Montecitorio, il 23 giugno alle ore 11, cui si aggiungono una serie di presidi in nove regioni, organizzati ad Ancona, Belluno, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Torino, Venezia, Verona, Vicenza.
Il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero, e il presidente del Cnca, Lucio Babolin, usano parole insolitamente dure per descrivere la situazione: il tentativo, attuato dal governo nei fatti, di liquidare l’intero sistema di welfare messo in piedi nel nostro paese dal 2000 in avanti, il taglio sui fondi nazionali per le politiche sociali in senso lato, arrivato all’80%, l’azione attuata dall’esecutivo per relegare il terzo settore nell’area assistenzialistica, l’inutilità dell’azione fin qui compiuta per spiegare le proprie ragioni e chiedere un cambio di azione. Ora “che la chiusura di numerosi servizi sul territorio diventa ormai evidente”, ecco la scelta di “dire basta” e di scendere in piazza per denunciare la situazione e per chiedere al governo non solo di non tagliare ulteriormente sul sociale in occasione dell’annunciata manovra da 40 miliardi di euro (“…ma non è rimasto poi molto da tagliare ancora…”, precisano i promotori), ma anche di avere la forza di una inversione di tendenza che porti a restituire al sistema di welfare ciò che gli è stato levato.

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