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Gesuiti News Roma. In ricordo di Padre Cappello, “il confessore di Roma”
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Roma. In ricordo di Padre Cappello, “il confessore di Roma”

Domenica 25 marzo ricorrono 50 anni dalla morte del Servo di Dio P. Felice M. Cappello, SJ (1879-1962). Alle ore 11.30 ci sarà nella chiesa di S. Ignazio una concelebrazione eucaristica, presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Battista Re. Il P. Cappello nacque a Caviola di Falcade (Belluno) l’8 ottobre 1879, fu ordinato sacerdote il 20 aprile 1902, insegnò al seminario di Belluno, poi nel 1913 entrò nella Compagnia di Gesù e per quarant’anni ebbe la cattedra di Diritto Canonico alla Gregoriana. Come canonista fu grandemente stimato, soprattutto perché coglieva lo spirito della legge e sapeva, con una umanità e affabilità sorprendente, venire incontro ai casi esistenziali difficili. Fu consultore in quattro Congregazioni Romane, collaboratore di varie riviste come La Civiltà Cattolica e Periodica de re morali. Era amico di Don Orione, consigliere di Don Calabria, di Chiara Lubich e Igino Giordani, era legato a P. Leopoldo, era molto stimato dal P. Pio e dal futuro Papa Giovanni Paolo I. P. Cappello era un sacerdote veramente esemplare che viveva in una continua unione con Dio, in preghiera e penitenza.

Per quarant’anni fu confessore della povera gente nella chiesa di S. Ignazio di Loyola, dove è sepolto accanto al suo confessionale, luogo nel quale illuminò, confortò, diede la grazia di Dio a tante anime. Per i casi difficili e disperati aveva una sensibilità particolare: sono numerosi i moribondi che assisté e che erano vissuti lontano dalla S. Madre Chiesa.

Morì nelle prime ore del 25 marzo 1962, non di malattia, ma consumato dal lavoro e dal desiderio di portare le anime a Cristo. Dormiva poche ore nella notte su di una sedia.

Ogni giorno la sua tomba nella chiesa di S. Ignazio viene visitata da decine di persone. Sono madri di famiglia, uomini maturi – giuristi anzitutto –, giovani che vanno a trovare il loro amico, per confidare i loro problemi, per sfogare il loro dolore e chiedere il conforto della sua protezione. Non sono poche le preghiere esaudite per la sua intercessione, sia in necessità materiali, sia in dubbi gravi. Sembra che il P. Cappello continui praticare il suo particolare carisma della pace.

Il Beato Giovanni XXIII, appena apprese la notizia della sua morte, fece inviare un telegramma dalla Segreteria di Stato nel quale sintetizzava tutta la vita del maestro e del sacerdote: la dolorosa notizia aveva “vivamente addolorato l’Augusto Pontefice, che tanto apprezzava la figura del piissimo religioso, specchio intemerato di virtù e di zelo sacerdotale e ne ricorda la diuturna opera d’insegnamento, in cui diffuse seme di dottrina, luce di sapienza, come altresì la preziosa collaborazione prestata in lunghi anni ai Sacri Dicasteri della Curia Romana”.

Nel 1990 presso il Vicariato di Roma è stata aperta l’Inchiesta Diocesana sulle virtù eroiche del P. Cappello. Si spera di concluderla quest’anno, dopo aver raccolto quasi ottanta testimonianze e un gran numero di importanti documenti che attestano la santità del “confessore di Roma”.

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