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Gesuiti News Roma. “Delineare scenari con curiosità e competenza”: come La Civiltà Cattolica si vede nel futuro

Roma. “Delineare scenari con curiosità e competenza”: come La Civiltà Cattolica si vede nel futuro

Un incontro di famiglia allargata. Come è tradizione nel mese di maggio, anche quest’anno la Comunità di Civiltà Cattolica ha aperto le sue porte a tutti i gesuiti presenti a Roma per motivi studi o di servizio. A fare gli onori di casa al centinaio di Padri gesuiti che hanno risposto all’invito, è stato Padre Antonio Spadaro, rettore della Comunità e direttore della rivista. “Sono abituato ormai dal lontano 1998 a vivere questo appuntamento come scrittore e a sentire dalle parole di P. Salvini una relazione che costituiva la sintesi di un anno vissuto appassionatamente scrivendo”, ha dichiarato Spadaro che ha voluto ringraziare il suo predecessore “della saggezza e della liberalità con la quale ha svolto il suo compito” e “per il lavoro che continuerà a svolgere occupandosi prevalentemente di cronaca della Chiesa”.
La rivista, che ha circa 10.000 lettori, per la maggior parte in Italia, con un 7% circa degli abbonamenti spediti all’estero, ha il compito di fare “da ponte, interpretando il mondo per la Chiesa e la Chiesa per il mondo, contribuendo a un dialogo intelligente, cordiale e rispettoso”.  Un ponte che nello stesso tempo è anche microfono ascoltato dai media. I motivi dell’interesse Padre Spadaro li ha individuati in alcune caratteristiche ben precise, che vanno dall’essere la rivista culturale più antica d’Italia, alla speciale sintonia con la Segreteria di Stato, al fatto che solo i gesuiti possono scrivervi. Il che, ha aggiunto il direttore, “in un’epoca di cultura specialistica e differenziata rende impegnativo trovare gesuiti competenti sui vari campi del sapere in modo da pubblicare una rivista come la nostra ogni 15 giorni”. Da qui l’appello ai gesuiti presenti a farsi vivi e a collaborare con proposte e idee. Attualmente in ogni numero, in media, almeno un articolo arriva da un gesuita esterno e uno da un Padre emerito. Le cronache sono assicurate per la quasi totalità dall’interno (96%). Gli articoli al 70%. Le recensioni al 30% .
Individuando il fulcro dell’attenzione della rivista “nell’ascolto attento delle esigenze dell’uomo d’oggi, delle sue forme di espressione e della sua vita sociale”, Padre Spadaro ha  dichiarato che “la vera sfida non è semplicemente quella di commentare ciò che è già accaduto, ma – con competenza e curiosità – delineare scenari, ipotizzare sviluppi, anche a costo di essere smentiti dai fatti”.
Molteplici i filoni di indagine e i temi caldi trattati dalla prestigiosa rivista: psicologia legata alla vita spirituale (P. Cucci), politica internazionale, governance mondiale, Unione Europea (P. Larivera); etica del giornalismo, riforme istituzionali e cultura popolare (P. Occhetta); Unità d’Italia, storia dell’epoca fascista, questioni legate al mondo islamico (P. Sale), attualità italiana (P. Simone,  vicedirettore da oltre 20 anni), vita cristiana e confronto tra cristianesimo e modernità (P. Mucci).
Questi gesuiti, con il direttore e il caporedattore, P. Domenico Ronchitelli, costituiscono il «collegio degli scrittori», ovvero la redazione della rivista. “Siamo in 8 e posso dire – continua P. Spadaro – che tutte le età adulte sono rappresentate: 3 siamo tra il 40 e il 45, 2 tra i 50 e i 55, 2 tra i 60 e i 70, 1 over 70”. In comunità, alcuni padri emeriti sono altrettanto attivi: P. Castelli garantisce la copertura della parte letteraria; quella cinematografica è affidata a P. Fantuzzi. La cronaca ecclesiale è seguita da P. Salvini.
Lo stile del lavoro è quello di una squadra: “Ogni articolo prima della sua pubblicazione è sottoposto al giudizio degli altri e, alla fine, è il frutto di un dialogo interno. Noi scrittori siamo, come ci scrisse Leone XIII nel breve “Sapienti consilio”, «uniti in comunanza di vita e di studi». Io stesso come direttore faccio parte, con una responsabilità in più, di un lavoro radicalmente collegiale. Tutti i redattori sono corresponsabili in solidum di tutto ciò che si pubblica. Come si legge nelle Memorie della Civiltà Cattolica del 1854, «tutto in certo modo è opera di tutti»”.
Dopo aver ricordato i padri di casa defunti di recente (P. Giuseppe De Rosa, p. Angelo Serra  e P. Piersandro Vanzan) ma anche i padri che sono stati collaboratori esterni (P. Giacomo Martina, P. Mario Fois e P. Pietro Millefiorini), Spadaro ha dedicato l’ultima parte del suo intervento al futuro prossimo. “La Civiltà Cattolica sarà sempre più da identificare per il pensiero che esprime e che troverà espressione in vari canali e supporti, tra i quali vi è innanzitutto ma non esclusivamente quello cartaceo. Sono convinto che La Civiltà Cattolica debba crescere nella presenza nel mondo digitale. In questo senso, occorre imitare i primi gesuiti della rivista che furono innovatori, immaginando l’uso della stampa che era il mezzo stesso di cui si servivano i rivoluzionati, i liberali e gli anarchici. E questo per fedeltà alla richiesta del Pontefice di allora riguardo ai loro scritti di «spargerli e diffonderli ampiamente in tutti i Paesi»”. Al momento è stata aperta una pagina Facebook che conta circa 1500 iscritti e un account Twitter che ha oltre1600 followers, così pure la mailing list che tiene gli iscritti aggiornati sulle iniziative mensili che si fanno a Villa Malta.

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