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Roma. Centro Astalli: cittadinanza e corridoi umanitari

“Ho sempre presente il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea stanno prestando ad essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni. Una risposta corale può essere efficace e distribuire equamente i pesi”.

Rileggere le parole pronunciate all’Angelus da papa Francesco alla luce degli avvenimenti di queste ultime ore al confine tra Grecia e Macedonia mostra in tutta la sua evidenza la totale inadeguatezza della politica europea in materia di asilo e immigrazione. Secondo P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, in queste ore si sta rilevando la tragica incapacità dell’Unione di imporre agli stati nazionali una visione di insieme e il rispetto delle convenzioni in vigore.
Ciascuno Stato si ostina a difendere i propri confini da quello che viene dipinto in modo grottesco come un attacco all’Europa trasformando le vittime in carnefici.
Cinicamente continuiamo a chiudere frontiere, innalzare muri, programmare respingimenti e rimpatri. Come se questo potesse fermare un’umanità in cammino”.

Il Centro Astalli torna ancora una volta a sottolineare come Il popolo dei migranti che ci chiede giustizia rappresenti un’occasione per riprendere consapevolezza dei valori fondanti la nostra civiltà e l’Europa: il rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo, la promozione della pace, la solidarietà tra i popoli.
Si attivino subito vie legali d’ingresso per chi scappa da guerre e persecuzioni, si avvii immediatamente un’operazione di salvataggio e soccorso in mare. Si applichi per i siriani la direttiva europea per la protezione temporanea. Si agisca sui trafficanti e si spezzi il monopolio di morte che detengono impunemente nell’indifferenza generale.

Su questi temi padre Ripamonti, in un’ampia intervista a Vatican Insider, aggiunge che “con tutte le attenzioni che servono, certamente quello della cittadinanza è un passaggio importante, soprattutto per i nuovi nati in Italia o in Europa, è un passaggio fondamentale per l’integrazione delle persone”.

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