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Roma.Astalli: in Campidoglio il libro “Terre senza Promesse”

Dieci storie di morte e di rinascita. Dieci storie con un finale aperto, ancora da scrivere. Dieci racconti dedicati “a coloro che non ce l’hanno fatta”. Si è svolto in Campidoglio, il 19 ottobre, l’evento di presentazione del libro “Terre senza promesse. Storie di rifugiati in Italia”, redatto a cura del Centro Astalli Roma ed edito da Avagliano. Il volume raccoglie le testimonianze di dieci rifugiati provenienti dal Corno d’Africa, ciascuna introdotta dal contributo di un esponente del mondo della cultura e del giornalismo italiano (Gad Lerner, Andrea Camilleri, Enzo Bianchi, Erri De Luca, Antonia Arslan, Giovanni Maria Bellu, Giulio Albanese, Amara Lakhous, Melania Mazzucco, Ascanio Celestini).
Tra i relatori, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno e il vice-sindaco Sveva Belviso, S.E. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, il direttore di Radio Vaticana padre Federico Lombardi e la scrittrice Melania Mazzucco.
Sveva Belviso ha sottolineato come l’importanza del libro “Terre senza promesse” consista nel dar voce a chi vive l’esperienza della migrazione, un modo per far parlare per una volta le persone e non solo i numeri.
Il Sindaco di Roma ha evidenziato, inoltre, “quanto sia necessario far conoscere le storie dei rifugiati alle istituzioni, alle scuole e agli stessi cittadini perché, per operare concretamente, bisogna passare attraverso la conoscenza. E’ da essa che si origina il rispetto delle identità e si comprende valore delle diversità”.
Padre Lombardi descrive il volume come un “capolavoro di testimonianza” prodotto dalla voce e dall’esperienza dei rifugiati e dall’aiuto redazionale dei loro amici del Centro Astalli. “Storie scelte con cura – aggiunge il Direttore di Radio Vaticana – che rappresentano situazioni di vita molto diverse: ragazze sole, donne che fuggono con il loro bambino in grembo o uomini nati al confine tra due terre. Dalla lettura emergono spunti interessanti come l’amore dei rifugiati per il loro Paese di origine che sono stati costretti a lasciare, la follia della guerra e delle sue ingiustificabili conseguenze e, nondimeno, la crudeltà dei trafficanti indifferenti alla vita delle persone in fuga”.
Interessante anche la riflessione di S.E. Antonio Maria Vegliò che ha posto l’accento sulla persona del rifugiato che rappresenta “il barometro della situazione che stiamo vivendo attualmente nel mondo. I rifugiati ci indicano le cause delle migrazioni forzate: i conflitti armati, l’oppressione politica, una partecipazione inadeguata ai processi decisionali, l’impossibilità di far valere i diritti umani. Queste le principali problematiche che richiedono soluzioni adeguate”. Nel campo delle migrazioni – continua Vegliò – dobbiamo armonizzare l’accoglienza del migrante in difficoltà con le esigenze della popolazione locale. L’ospitalità è una caratteristica fondamentale del ministero pastorale verso le persone itineranti”.
Coinvolgente il contributo di Melania Mazzucco che ha fornito anche una testimonianza personale e familiare: una storia di migrazione contraria a quella che avviene oggi che ha visto i suoi nonni partire verso l’Etiopia. “Questo ci fa comprendere – sottolinea la scrittrice – quanto le strade della storia siano mobili e instabili e quanto spesso la meta di ieri possa rappresentare il punto di fuga di oggi”. Melania Mazzucco rivela, in conclusione, che uno dei motivi che l’ha spinta a contribuire a “Terre senza promesse” è stato di aver visto, attraversando il deserto libico, tracce del passaggio dei migranti che non ce l’hanno fatta. Coloro ai quali il Centro Astalli ha dedicato il volume.
Gli interventi sono stati intervallati dalle letture di Massimo Wertmuller di alcuni brani del libro e da un intervento video di Andrea Camilleri che ha incontrato il rifugiato di cui ha commentato la storia.
In conclusione padre Giovanni La Manna ha consegnato una copia di “Terre senza promesse” ai rifugiati protagonisti delle storie, ringraziandoli per la loro testimonianza. “Spero che questo libro lasci nel lettore quella giusta inquietudine che aiuti a dare risposte dignitose alle esigenze di chi lascia il proprio Paese costretto dalle guerre e dalle violazioni dei diritti fondamentali. I rifugiati hanno diritto a ricevere un’accoglienza dignitosa e progettuale nel Paese in cui chiedono asilo, un’accoglienza che passa necessariamente attraverso una relazione e un confronto aperto e positivo”.
Al libro è stato dedicata un ampio spazio anche nella trasmissione Fahrenheit su Radio3.
Ufficio stampa: Margherita GINO – Fondazione Centro Astalli: 0669925099 – astalli@jrs.net

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