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Roma. Assemblea JSN, dieci anni con i piedi nel fango e le mani nella carne

L’ultima Assemblea del JSN, tenutasi a Roma dal 23 al 25 gennaio scorsi, ha confermato che la rete delle attività sociali della Compagnia di Gesù, nata da poco più di dieci anni, è giunta ad una fase cruciale della sua vita. Il rinnovo del Comitato di Presidenza e del Presidente, come ha sottolineato Alberto Remondini SJ, avviene in un periodo storico particolare, in cui la Chiesa, grazie a papa Francesco, sembra aver ritrovato la sua autentica capacità di incontrare e ascoltare. Allo stesso tempo, però, si tratta di un periodo che vede le situazioni di emarginazione aumentare e le risorse per farne fronte in continuo calo, con la retrocessione sempre più evidente del ruolo dello Stato e dei diritti.

L’Assemblea è stata costruita su quattro momenti. Il primo, il momento di benvenuto programmato nella serata di venerdì 23 gennaio, si è nutrito delle parole che papa Francesco ha pronunciato lo scorso ottobre durante l’incontro mondiale dei Movimenti Popolari. Parole che invitano a lottare al fianco dei più poveri per la giustizia sociale e che indicano un modo di vivere nel mondo di oggi: “Avete i piedi nel fango e le mani nella carne. Odorate di quartiere, di popolo, di lotta!”. Questo primo momento non ha rappresentano solo l’avvio dell’Assemblea; da un punto di vista metodologico è diventato il fil rouge di tutti i temi affrontati successivamente, un’ispirazione continua.

La seconda parte dell’Assemblea, in programma la mattinata di sabato 24 gennaio, è stata dedicata alla riforma del terzo settore. Sono intervenuti  l’onorevole Luigi Bobba, che negli ultimi mesi si è impegnato in un processo di ascolto e di confronto rispetto a tale riforma con molte realtà che in Italia operano nel sociale, e Franco Floris, direttore responsabile della rivista Animazione Sociale.

 

Luigi Bobba ha sottolineato come il terzo settore, in realtà, sia il primo, considerando le organizzazioni sociali parte integrante del cammino di crescita del nostro Paese: “questo è il principio ispiratore della riforma: la persona al centro, prima delle norme, prima delle regole; i beni pubblici possono essere prodotti non solo dalle amministrazioni ma anche da persone e gruppi come quelli che ho di fronte”. Riprendendo le parole del segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, Bobba ha  voluto ribadire che questa riforma rappresenta una svolta culturale, prima che una sfida politica, un nuovo battesimo sociale capace di generare speranza.  Tuttavia, nei successivi interventi dell’Assemblea non sono mancati i dubbi rispetto all’Authority, al ruolo poco chiaro affidato all’impresa sociale e alla necessità di curare maggiormente  i rapporti istituzionali, considerati gli obblighi di aiuto e sostegno che le pubbliche amministrazioni sono in dovere di garantire destinando risorse adeguate.

Sul rapporto con le istituzioni è intervenuto anche Franco Floris, partendo da uno dei principi più significativi della Costituzione, presente nell’Articolo 3, secondo il quale è responsabilità dell’Istituzione rimuovere le cause che impediscono la piena realizzazione degli individui. Nei territori, ostacolo principale di questo principio è la burocrazia, non la politica; il problema è l’eccesso di procedure prive di una prospettiva lungimirante. Floris ha proposto come antidoti una reale co-progettazione che punti a sviluppare nuove forme di partecipazione e protagonismo sui nostri diritti e sull’accesso ai servizi. La strada per fare questo non può che essere quella dell’innovazione, attraverso circoli virtuosi di interazione e costruzione di soggetti sociali interattivi, in cui da una parte vi è un maggiore investimento reciproco e, dall’altra, la volontà di uscire dall’illusione dell’autosufficienza: “Abbiamo accettato le deleghe, abbiamo fatto cose che non riusciamo nemmeno a rendicontare talvolta. Basta lamentele. Non accettiamo deleghe. Siamo nel tempo della complessità, nel sistema aperto ci sono molte opportunità”.

Nella terza parte dell’Assemblea, con il contributo di Cesare Moreno, presidente dell’Associazione Maestri di Strada ONLUS, è stata avviata una riflessione comparativa interessante fra le linee pedagogiche di ispirazione ignaziana e la pedagogia del viandante. Questo confronto è stato lo stimolo per rileggere il modo in cui ciascuna realtà del JSN ha incarnato la pedagogia ignaziana coniugandola nel proprio lavoro sociale. L’intervento di Moreno ha evidenziato come la pedagogia del viandante necessiti un bagaglio leggero, abile a favorire relazioni e a prevedere la costruzione di uno spazio di valori nel processo educativo. Questo è possibile con l’uso della parola, del dialogo, indispensabile per costruire valore educativo. La parola, quindi, deve essere agibile e agita per un confronto vero che consenta di toccare  e sostenere la sostanza emozionale delle persone che incontriamo. Un altro passaggio importante del contributo di Moreno è stato il riconoscimento della necessità  di avere istituzioni nuove con spazi di pensiero; se non c’è lo spazio di pensiero il lavoro sociale si riduce a rispondere a bisogni.  Solo attraverso gli esercizi di pensiero possiamo costruire una nuova socialità, diversa  da quella distorta che ci propone la società di oggi. Grazie a queste ultime riflessioni, i referenti delle organizzazioni presenti si sono poi attivati in lavori di gruppo che hanno consentito un processo condiviso di rilettura dei temi affrontati. Tale confronto ha permesso di aggiungere nuovi elementi per la costruzione di un’identità della rete proiettata verso l’esterno e il futuro, a partire dalle esperienze che ciascuna realtà sta vivendo e realizzando nel proprio territorio.

L’ultima fase dell’Assemblea, avvenuta prima della celebrazione Eucaristica, ha avuto natura più tecnica; dopo un intervento di Daniele Frigeri  (segretario generale del JSN), che ha fornito un quadro d’insieme della situazione economico-gestionale della rete,  i soci sono stati  chiamati a eleggere i  sette membri di nomina assembleare del Comitato di Presidenza. A questi sette membri, per Statuto, se ne aggiungeranno altri quattro di nomina del Padre Provinciale e successivamente il nuovo Comitato eleggerà il Presidente e il Tesoriere. Naturalmente, non sono mancati i ringraziamenti al Comitato di Presidenza che ha concluso il suo mandato, mentre un vivo e prolungato applauso ha salutato padre Remondini per gli anni di presidenza del JSN, mostrando un forte apprezzamento per il lavoro svolto.

Andreas Fernandez – Fondazione S. Ignazio – Trento

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