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Ripamonti alla Camera: “Rivedere normativa sulla cittadinanza”

Le preferenze apostoliche universali dei gesuiti

Nuove norme sulla cittadinanza: il Centro Astalli in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera

Il 9 gennaio Centro Astalli ha preso parte alle audizioni della Commissione Affari Costituzionali della Camera, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.

Qui il video dell’audizione

Nel suo intervento, p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ha sottolineato la necessità di riordinare e aggiornare la normativa sulla cittadinanza, in funzione dei cambiamenti intercorsi negli ultimi 30 anni nel nostro Paese sul tema dell’immigrazione.

Due i motivi fondamentali: il riconoscimento della cittadinanza facilita i processi di integrazione dei cittadini di origine straniera che stabilmente vivono in Italia contribuendo alla crescita umana, culturale, demografica ed economica del Paese e aiuta particolarmente le nuove generazioni, a sentirsi parte di una comunità motivandole a costruire una società coesa per il futuro.

Nodo centrale è quello dei minori nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia da minori, in favore dei quali lo ius soli così detto temperato con l’aggiunta del riferimento a un ciclo di studi può rappresentare una soluzione di mediazione rispetto allo ius soli, tout court.

Inoltre un riordino organico della modalità di acquisizione della cittadinanza non può prescindere dall’introdurre alcune migliorie riguardo a situazioni quali l’attribuzione della cittadinanza a migranti residenti da anni sul territorio nazionale con adeguati requisiti e per i titolari di protezione internazionale. Ad esempio il possesso del requisito della formale residenza continuativa dovrebbe poter essere dimostrato con ogni possibile documentazione idonea per sopperire a inadempimenti conseguenti a iscrizioni anagrafiche tardive o mai effettuate agli uffici della Pubblica amministrazione.

È infatti importante che un fatto di grande rilievo culturale come l’acquisto della cittadinanza non venga condizionato da criteri di censo o di reddito.

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