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Regalie natalizie

Particolare di una pagina del Noviziato di Sant'Andrea al Quirinale - Archivio Storico, Gesuiti - Provincia Euro-Mediterranea

Se oggi, per impiegati e lavoratori, parliamo di tredicesima, bonus natalizio e altri corrispettivi economici tipici del mese di dicembre, anche nel passato possiamo individuare alcune forme di dono.

Anche i gesuiti, nel periodo natalizio erano soliti fare delle regalie ai loro collaboratori, ai fornitori o agli aiutanti di casa, vediamone alcuni esempi.

Siamo nel dicembre del 1833, nel Noviziato di S. Andrea al Quirinale ci si prepara al Natale, il diario di casa riporta fedelmente le regalie corrisposte a varie persone:

«In questi giorni precedenti alle Feste di Natale, si sono dati e si daranno secondo il solito diverse mance e regali».

Sembra che le mance fisse corrisposte in denaro fossero per:

Agente di casa                                               scudi 2

Barbiere                                                         scudi 2

Riscuotitore dei vacabili                                scudi 2

Ufficio dove si riscuotono i vacabili             scudi 2

Mola del grano                ai molinari              scudi 0.80

al custode                scudi 0.50

Ai garzoni dei Bottegari            del Macellaro          0.50

del pescivendolo                               0.50

del pollarolo                                      0.50

del fegataro                                       0.50

del salumaro                                      0.50

Alla Posta delle lettere                                              0.50

Al Custode di Chiesa ed al Chierico                         0.20 bajocchi l’uno

Una mancia è destinata anche al muratore e al falegname che sono presenti al momento in casa – 0.50 bajocchi a testa, la stessa viene corrisposta anche al Fontanaro dell’Acqua Felice.

Per altre persone invece si era soliti consegnare il bonus natalizio non in denaro ma «in roba o sia commestibili» – un’usanza che resta ancora oggi in alcuni piccoli paesi.

Al Medico di casa, ad esempio:

due piatti con due specie di dolci, quattro dozzene di limoni e quattro dozzene di Portogalli, due mazzi di broccoli, e due mazzi di Gobbi e quattro capponi.

Interessante notare che i gobbi, ovvero i cardi bianchi, sono ancora noti con questo particolare nome nella tradizione culinaria italiana, per via delle loro caratteristica forma ricurva. Mentre le arance vengono invece indicate come “Portogalli”, nome che ritorna anche nel dialetto napoletano,

Gli stessi doni materiali, con quantità simili, venivano corrisposti anche all’agente e al barbiere di casa ed al macellaio.

                                                                                          Maria Macchi