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Progetto apostolico, per coltivare l’audacia dell’impossibile

Dall’incontro a Trento con il p. Jean Paul Hernandez SJ sul progetto apostolico

Il contributo della Fondazione Sant’Ignazio di Trento, rispetto al Progetto Apostolico della Provincia Euro-mediterranea, ha raggiunto un’altra importante tappa del lungo processo che sta coinvolgendo le comunità, le opere e le reti. Lo scorso 20 febbraio, infatti, è stato organizzato Villa Sant’Ignazio un incontro con p. Jean Paul Hernandez SJ, delegato del p. Provinciale – anche lui presente a Trento –  per il progetto e la programmazione apostolica.

Durante la serata è stata presentata e discussa l’elaborazione di sintesi dei materiali raccolti nel precedente incontro del 9 gennaio, condotto dal p. Alberto Remondini SJ. Tale elaborazione è stata fatta dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione, mantenendo sullo sfondo gli stimoli proposti dal nuovo Progetto della Provincia e i suggerimenti sul Discernimento in comune ben presentati dal Padre Generale a premessa del Progetto Apostolico. I materiali presentati, espressione delle reazioni e degli spunti di riflessione dei presidenti e coordinatori dei diversi Enti aderenti alla Fondazione, sono stati fulcro di una bella partecipazione: circa una cinquantina di persone provenienti da 14 enti.

Nello specifico, l’incontro si è articolato in quattro momenti principali.

Una prima presentazione dei risultati dei lavori svolti nell’incontro di gennaio, a cura del p. Alberto Remondini SJ e di Carlotta Scaramuzzi (consigliera della Fondazione), che hanno tenuto conto della diversità dei profili e delle peculiarità degli Enti Aderenti in relazione alla Fondazione. “Un aspetto interessante da tenere sempre in considerazione” – ha dichiarato p. Alberto – “è che il discernimento sia indicato come orientamento.”

In una seconda fase sono intervenuti quattro enti diversi – Centro Astalli Trento, Associazione Diaconia della Fede, Associazione Amici di Villa S. Giuseppe e Rete Pictor di Bassano del Grappa –  i quali hanno fornito spunti molto originali rispetto alla loro interpretazione dei quattro orientamenti e dei nove criteri individuati nel Progetto Apostolico. Interventi molto densi che hanno posto a tutti i presenti delle domande significative: Quanto è importante l’annuncio del Vangelo e come si interfaccia con quello che facciamo? Come, tutto quello che facciamo, collabora a un processo di giustizia sociale?  In quale modo possiamo affrontare le dissonanze tra l’attrattiva dell’esempio del Vangelo vissuto e la stessa esplicitazione diretta? Non è il caso di sottolineare maggiormente la pregnanza del coinvolgimento personale ovvero della coerenza della testimonianza, verbale e non verbale? Nelle nostre realtà possiamo puntare a una governance in grado di coinvolgere al suo interno i destinatari stessi delle nostre azioni sociali?

Successivamente, è stato dato spazio alle reazioni ed alle domande del p. Jean Paul Hernandez che, dopo essersi presentato ed aver spiegato cosa significa essere delegato per il progetto e la programmazione apostolica, ha proposto una riflessione profonda sul cammino intrapreso insieme: “Parto dalla fatica del processo. Un processo lungo, che se è vero, deve essere vero che non sai dove vai a “parare”. Se no è un inganno, non è un vero discernimento. È un processo, una co-evoluzione verso un’altra posizione, situazione, orientamento, che non avevo programmato prima. Discernimento come processo che non puoi pilotare perché ascolti processi di profondità che sono per te stesso sorprese, che non ti sono conosciute quando inizi il processo; scopri desideri o paure o dinamiche disorientanti. Se non c’è disorientamento non c’è discernimento. Questo è il sogno che abbiamo avuto con i laici e i gesuiti attorno alle nostre opere. Da questo si muove il Progetto Apostolico…” Un sogno che, per diventare una realtà quotidiana, si deve nutrire di quell’audacia dell’impossibile di cui ha parlato il p. Arturo Sosa SJ, il giorno che divenne Padre Generale della Compagnia. Perché oggi sembra impossibile una umanità riconciliata nella giustizia, che vive in pace in una casa comune ben curata, dove c’è posto per tutti quanti perché ci riconosciamo fratelli e sorelle.

Naturalmente, grazie all’intervento di p. Jean Paul Hernandez molte altre riflessioni sono state fatte e il dibattitto che ne è seguito, nell’ultima parte della serata, ha permesso ai presenti di approfondire ulteriormente sia lo scenario della vita apostolica della Provincia Euro-mediterranea, sia il modo di starci all’interno come gesuiti e laici che collaborano e che vogliono contribuire ad un suo sviluppo coerente e coraggioso. Coerenza e coraggio indispensabili per rispondere sempre più adeguatamente alle domande del nostro tempo, con la capacità di continuare ad essere-nel-mondo.

Andreas Fernandez

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