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Pesci e funghi per i progetti Magis di microimprenditorialità giovanile

«Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita». Forse ai gesuiti è tornato in mente questo antico proverbio cinese quando hanno pensato a come rispondere all’emergenza dei ragazzi disoccupati in Africa. La parola chiave è microimprenditorialità. Ai giovani viene insegnato un mestiere e si dà loro la possibilità di creare piccole imprese per portare avanti un business che li aiuti a sottrarsi da sottosviluppo e disoccupazione.

L’idea è nata dalla constatazione che le strutture educative locali non offrono una formazione spendibile nel mercato e che le opportunità di lavoro sono sempre meno. Diventa quindi necessario che i giovani prendano in mano il loro destino e costruiscano il loro futuro. E i gesuiti, insieme alla Fondazione Magis, sono al loro fianco.

Come in Camerun, dove i gesuiti hanno preso alla lettera il proverbio cinese dando vita a un progetto di formazione alla piscicoltura. In Camerun, il 70% delle ragazze è analfabeta. Questo fenomeno è particolarmente visibile nelle regioni settentrionali, dove colpisce oltre un milione di ragazze tra i 10 e i 19 anni, che rappresenta il 31,9% di tutte le ragazze della regione. I gesuiti hanno così deciso di avviare un processo di formazione rivolto a 165 ragazzi (in particolare, ragazze). Il progetto, sostenuto dal Magis, prevede la formazione teorica e pratica, garantita da agronomi professionisti, in materia di allevamento dei pesci. Oltre alla formazione agricola, ai giovani vengono insegnate anche le tecniche base di marketing (su media, social network, ecc.) per poter affrontare non solo i problemi della produzione, ma anche quelli della vendita dei loro prodotti.

Simile il progetto che viene realizzato in Togo, anch’esso promosso dai gesuiti e sostenuto dalla Fondazione Magis. A Lomé ha preso vita un progetto che punta alla formazione di un gruppo di ragazzi e ragazze alla coltivazione del Pleurotus Ostreatus, un fungo che cresce in Africa occidentale. Il Pleurotus Ostreatus cresce spontaneo in Africa, ma la sua raccolta è limitata alla stagione delle piogge. Allo stesso tempo, c’è una forte domanda che porta molta gente ad acquistare prodotti surgelati che non hanno le stesse qualità nutritive di quelli freschi. Coltivarli non è stata un’impresa semplice. I primi esperimenti sono falliti. Ma né i gesuiti, né il Magis che li sostiene, né i ragazzi si sono arresi.

La produzione si è concentrata nel quartiere Agoé-Ovest di Lomé. A portarla avanti un gruppo di giovani legati al Centro culturale Loyola dei gesuiti. Quest’anno il raccolto è stato buono e ora si sta pensando di passare alla commercializzazione sul mercato locale.

«L’obiettivo – spiegano i gesuiti di Lomé – è formare i giovani allo spirito imprenditoriale e associativo sulla base di un progetto agricolo. Abbiamo capito che i funghi potevano essere una buona risorsa e così abbiamo avviato la formazione dei giovani su questo tema. Dopo qualche difficoltà, il progetto ora è incamminato sulla giusta strada. Abbiamo fiducia nei giovani e nella loro volontà di riscatto».

I gesuiti non hanno donato un pesce, ma hanno insegnato loro a pescare…

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