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Parole chiave per la vita religiosa oggi

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Nella lettera preparata dai consigli esecutivi dell’Unione superiori generali (Usg) e dell’Unione internazionale delle Superiore generali (Uisg), dedicata alla vita consacrata in tempo di pandemia, viene l’incoraggiamento a confratelli e consorelle ad “ascoltare tutte le generazioni”, “ascoltare con attenzione e leggere la realtà”.

“Prendiamoci cura gli uni degli altri come ha cura di noi il Dio della salvezza”: è il titolo della lettera comune inoltrata dalle Unioni dei Superiori dei religiosi e delle religiose (USG – UISG).  Preoccupazioni e riflessioni frutto di un incontro comune. L’ascolto innanzitutto. “Dio si mette in ascolto. Una dimensione che stiamo vivendo come UISG e USG. Da questo nasce il documento, segno di comunione in questo tempo, preoccupazione per il futuro della vita religiosa. Ascolto nelle congregazioni, alla persona, al grido dei poveri” ha sottolineato la Presidente della UISG suor Jolanta Kafka. “La vita consacrata nasce dall’ascolto della realtà, attenta allo Spirito che la suscita. Il discernimento è l’attitudine permanente del cammino” ha aggiunto padre Arturo Sosa, generale dei gesuiti e presidente dell’USG.

Coltivare una santa inquietudine, come tensione tra la realtà e possibilità. Rispondere all’immediato con uno sguardo lungimirante. Un’attitudine interiore a coltivare il carisma proprio per il mondo e per la Chiesa, in modo profetico, condividendo la buona notizia del Vangelo.

Vivere un continuo discernimento, necessario per essere profezia nella vita concreta e risposta condivisa con il mondo. Crescere nella libertà interiore, frutto dell’amore di Dio, a livello personale, comunitario, apostolico.

Sviluppare una cultura della cura a tutti i livelli. “Il valore della vita, ha dimostato il lockdown, è tra i principali” ha evidenziato sr. Jolanta Kafka. “Dobbiamo ripensare il modo di relazionarci con le persone perchè vita e missione sono due facce della stessa medaglia” ha concluso Sosa. “Siamo chiamati a promuovere una cultura della cura, gli uni degli altri, come Dio si prende cura di noi con la salvezza, aver cura del mondo, del presente, del futuro, del carisma”.

 


 

 

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