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Padre Generale. Un viaggio a 360 gradi, dai giovani all’America latina

Dopo i viaggi dell’estate scorsa il notiziario della Curia Generale pubblica questa lunga intervista con le impressioni del Padre Generale.

D. L’estate è stato per lei un periodo di numerosi viaggi: dalla visita a due Province del Brasile con le giornate del Magis in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro; l’assemblea delle CVX in Libano; la visita alle Province della Colombia e dell’Ecuador con la partecipazione al Congresso Mondiale degli Ex Alunni a Medellín. Quali di queste esperienze ricorda maggiormente e perché’?

R. Evidentemente la Messa con i giovani del Magis. Tanta energia, speranza e desiderio di fare qualcosa per il Vangelo e per la Chiesa, fanno impressione. A giudicare dal fatto che questo evento era stato ben organizzato e preparato in ogni dettaglio, si poteva vedere il dinamismo dei giovani e il loro desiderio di vivere con entusiasmo e dedizione qualcosa di cui valeva la pena.

D. Quali frutti possono aver tratto i giovani dalla partecipazione alle giornate del Magis?

R. Specialmente il frutto di incontrare altri cristiani che, in mezzo a grandi difficoltà, vivono la loro fede con allegria e impegno per gli altri. Per questo, ciò che è avvenuto in Brasile è stato fin dal principio un evento molto positivo.

D. L’Assemblea delle CVX in Libano è stata un atto di coraggio se la si colloca nella situazione generale del Medio Oriente ancora in agitazione. Che valore dà a questa scelta?

R. Credo che sia stata una decisione che mostra la maturità e la serenità delle CVX attuali. Proprio perché si tratta di una situazione delicata e difficile, è importante farsi presente e dire alle persone del posto che stiamo con loro e che partecipiamo alle loro sofferenze e preoccupazioni per il futuro.

D. Anche per gli ex-alunni della Compagnia la scelta dell’America Latina è stata una novità. Pensa che abbia un significato particolare?

R. In America Latina sono molti i nostri ex-alunni ed è molto significativo l’aver tenuto il Congresso mondiale in questo continente. Spero che con il Congresso ci sia stato anche qualche cambiamento nella direzione con un maggior peso dei latino-americani.

D. Ormai ha visitato numerose Province dell’America Latina. Può darci qualche impressione della vita e dell’attività della Compagnia in questo continente?

R. Ho incontrato Province piene di energia, di creatività, di entusiasmo. Sono convinto che l’America Latina ha attraversato tempi molto difficili e che la sofferenza delle numerose transizioni si sta rivelando in una profondità umana e spirituale che fa bene a tutti noi. E’ un continente evidentemente giovane e pieno di vita e di vitalità. Nello stesso tempo ha compiti importanti e difficili da portare avanti. E li sta realizzando.

D. L’elezione di un Papa gesuita e latino-americano può avere dei risvolti positivi nel settore delle vocazioni e in quello del nostro apostolato di gesuiti?

R. Già si stanno notando gli effetti, anche nel campo delle vocazioni. Tuttavia questo non cambia la nostra realtà. Quello che è certo è che l’elezione di questo Papa ha suscitato l’interesse dei giovani per la Compagnia di Gesù. Ma la nostra tradizione di mettere alla prova i candidati e di esaminare attentamente la loro vocazione rimane come prima e spero che non cambi. Non accogliere in Compagnia se non quelli che Dio chiama e li vuole tra noi. Qualunque motivazione è buona per un primo contatto. Poi segue il processo di discernimento che deve essere solido e condotto bene. E spero che sia così anche in futuro.

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