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Nicaragua, appello dei gesuiti: “Basta repressione e minacce”

Nota dei gesuiti dell’America Centrale: deve essere assicurato – si legge nel documento – “il rispetto dell’integrità fisica dei nicaraguensi che stanno lavorando per la pace”.

(Vatican News) Lisa Zengarini – Città del Vaticano

Un pressante appello a tutte le organizzazioni per i diritti umani, alle varie istanze internazionali ed ecclesiali a “sostenere energicamente gli sforzi per una soluzione pacifica e negoziata alla tragica situazione che sta vivendo il Nicaragua”. A lanciarlo, a nome dei gesuiti dell’America centrale, è il loro provinciale padre Rolando Alvarado che, in una nota,  chiama in causa il governo di Managua anche per le minacce di morte rivolte in questi giorni a padre José Alberto Idiáquez, rettore dell’Università del Centro America del Nicaragua (Ucan). Deve essere assicurato – si legge nel documento – “il rispetto dell’integrità fisica dei nicaraguensi che stanno lavorando per la pace”.

Minacce a padre José Alberto Idiáquez

Idiáquez è stato preso di mira per il suo coinvolgimento nel Tavolo di dialogo, convocato e poi sospeso , dalla Conferenza episcopale tra governo e parti sociali, per il suo sostegno alle proteste degli studenti e per la sua ferma condanna della sanguinosa repressione delle manifestazioni delle ultime settimane da parte delle forze governative. “Con il sostegno” del preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa, e “a nome di tutti i Gesuiti dell’America centrale” – ammonisce nella dichiarazione il provinciale – riterrò il governo “responsabile di qualsiasi aggressione e attacco dovesse subire padre José Alberto Idiáquez”.

Il 7 giugno incontro dei vescovi con il presidente Ortega

Il rettore dell’Ucan – dove il 7 giugno le forze speciali hanno attaccato gli studenti provocando una vittima e due feriti – non è l’unico ad avere subito minacce in queste settimane di proteste e repressione. Gli attacchi contro i manifestanti sono continuati anche dopo l’atteso incontro tra i vescovi e il presidente Daniel Ortega nel tardo pomeriggio della stessa giornata di mercoledì in vista di un’auspicata ripresa del dialogo nazionale . Un incontro – hanno dichiarato i vescovi in una conferenza stampa – che si è svolto “in un clima di serenità, franchezza e sincerità” e in cui sono stati ricordati i punti dell’agenda “concordata al Tavolo del dialogo nazionale sulla democratizzazione del Paese”.

Proteste scoppiate ad aprile contro la riforma delle pensioni

Le proteste in Nicaragua – lo ricordiamo – sono iniziate lo scorso aprile dopo che il governo aveva proposto una controversa riforma sulle pensioni. Ma questa è stata solo la miccia che ha fatto scoppiare le frustrazioni di un popolo che non è riuscito a superare la crisi economica che colpisce, soprattutto, i settori più deboli, nonostante le promesse dell’amministrazione del presidente sandinista Daniel Ortega. La forte repressione delle proteste da parte delle forze di sicurezza e l’intervento di gruppi violenti pro governativi sui manifestanti hanno provocato centinaia di feriti e oltre 130 morti. L’intervento delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e in particolare della Chiesa cattolica hanno portato a questo dialogo che stenta a ripartire.

 

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