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Napoli.Al Pontano Padre Sorge per la sfida educativa

“Parliamo di emergenza democratica ed economica mondiale. Ci dimentichiamo che la vera emergenza è quella dell’educazione. Non smantelliamo le opere educative”. Questo il monito di P. Bartolomeo Sorge SJ alla presentazione del Documento Programmatico “Il nostro modo di procedere”, tenutasi nel teatrino di corte di Palazzo Reale il 18 novembre. “I giovani oggi sono tristi, ansiosi, incapaci di sperare”, ha sottolineato il gesuita. “Nella Ratio Studiorum è contenuto il metodo con cui possiamo affrontare la crisi dell’educazione, che è crisi di ideali. Perché non esiste un governo capace di mandare in porto una decente riforma scolastica? Perché – ha precisato Sorge – la scuola oggi non prepara più alla vita nella metodologia ideologica”. Padre Sorge ha attribuito all’individualismo la responsabilità di aver corroso il convivere civile, frammentando e distraendo la persona. Da qui l’auspicio a vivere uniti, non solo nella società, ma soprattutto in sé stessi, superando la dissociazione tra il mondo della conoscenza e quello dell’affettività. “Recuperando quest’armonia – ha concluso – la creatura umana si renderà conto di non poter fare a meno della trascendenza, perché non c’è scuola senza etica e non c’è etica senza porsi il problema di Dio”. Nel merito del Documento è entrato P. Vitangelo Denora, Delegato dei Collegi ignaziani d’Italia e d’Albania. “Nel mondo – ha ricordato – il sistema delle scuole dei gesuiti conta circa 3 milioni di alunni. In Europa ci sono 159 scuole della Compagnia di Gesù, in Italia sono solo sette”. Da questa ‘minorità’ nasce l’obiettivo dei gesuiti di “far crescere un progetto comune perché una scuola da sola non può fronteggiare le grandi sfide del nostro tempo”. All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche il sindaco De Magistris, che ha fatto giungere tutta la propria adesione al Documento. Presenti invece due ex alunni: Paolo Gaudenzi (docente di Ingegneria all’Università La Sapienza di Roma), e Franco Roberti, Procuratore a Salerno. Quest’ultimo ha ripercorso, da ex del Pontano, la sua lunga appartenenza a questa tradizione, mai interrotta. Ha auspicato che ci possa essere un’apertura verso le classi più deboli, per una educazione sempre meno selettiva e più improntata alla giustizia sociale. A chiudere i lavori il Rettore dell’Istituto Pontano, Assunta Moccia, che ha precisato i cardini della proposta ignaziana: “Non solo scuola ma una formazione integrale attraverso tante altre attività non solo accademiche”.
All’evento ha partecipato anche tutto il personale dell’istituto Massimo di Roma, più una rappresentanza di genitori e alunni, per un totale di circa 130 persone.

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