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Milano. Musica al San Fedele: ascolti acustici e multimediali

Il secondo semestre della stagione musicale di San Fedele presenta 13 appuntamenti suddivisi in tre rassegne.

Il ciclo Musica & Sacro, di domenica nella Chiesa di San Fedele, propone momenti musicali preliturgici con opere importanti del repertorio sacro tra il Seicento e il Novecento, tra cui la Nelsonmesse di Haydn, i Salmi di Benedetto Marcello, le Laude rinascimentali e un inedito programma dedicato alle musiche scritte nei monasteri femminili del Nord Italia nel Seicento.

Il lunedì 9 febbraio inizierà la seconda tappa del ciclo Multimedia Project, cinque serate tra febbraio e maggio di musica elettronica, che prevedono performance live di artisti italiani e internazionali, con interazione video e l’utilizzo dell’acusmonium Sator. Nel debutto saranno impegnati il collettivo milanese Otolab e l’artista tedesco Stephan Mathieu. La rassegna, in collaborazione con altre associazioni musicali milanesi, vuole riproporre una programmazione articolata e di qualità in questo settore, da alcuni anni poco presente nella scena milanese. Verranno presentate opere storiche del repertorio però sempre associate a produzioni attuali, alcune commissionate da San Fedele Musica, in modo da far dialogare presente e passato. Inoltre, viene data una speciale attenzione a quegli artisti di musica elettronica il cui linguaggio riesce a integrare alla sperimentazione una visione sonora profonda ed essenziale a volte vicina a una ricerca spirituale.

Da marzo inizierà il ciclo Cinema Muto & Live Music, quest’anno centrato sull’opera di Charlie Chaplin. La sonorizzazione sarà realizzata dagli interpretiimprovvisatori Gabriele Mirabassi, Simone Zanchini e Jean-Luc Plouvier.

Il Premio San Fedele per giovani compositori, quest’anno ha per titolo “Doppio Ritratto: Bach-Scarlatti”. Il percorso proposto ai finalisti prende spunto dallo studio e l’ascolto di alcune opere di due compositori fondamentali della storia della musica occidentale, Bach e Scarlatti. Un ritorno alle origini, dunque, non con un intento nostalgico ma per ricomprendere il momento che stiamo vivendo e proporre nuovi itinerari creativi.

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