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Mattarella e Sosa all’inaugurazione del Centro Matteo Ricci per i rifugiati

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In un tempo in cui le porte dell’Europa sembrano chiudersi a chi chiede protezione da guerre e persecuzioni, il Centro Astalli inaugura un nuovo centro d’accoglienza e integrazione per richiedenti asilo e rifugiati nel cuore di Roma, a pochi passi da piazza Venezia, nel complesso monumentale della Chiesa del Gesù, in via degli Astalli 13. La nuova struttura porta il nome di Matteo Ricci, il grande gesuita che ha dedicato la sua vita a mettersi nei panni dell’altro e a cercare la via del dialogo e dell’integrazione in Cina. Il Centro è stato inaugurato oggi 4 febbraio alla presenza del Presidente della Repubblica e del Padre Generale della Compagnia Arturo Sosa. Presenti all’evento tanti rifugiati, volontari, operatori e amici del Centro Astalli. Sono intervenuti inoltre S.Em. Card. Angelo De Donatis, S.Em.za Card. Konrad Krajewski, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, e rappresentanti istituzionali e della Chiesa.

Nella scrittura cinese la parola “compagno” richiama le due ali di un gabbiano: per Matteo Ricci, il primo gesuita missionario in Cina, solo «nell’accompagnarsi a vicenda si ottengono risultati insperati, come le due ali che permettono di librarsi in volo»: così padre Arturo Sosa, generale della Compagnia di Gesù, ha salutato la nascita del Centro Matteo Ricci per l’accoglienza e l’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati. «In un mondo che moltiplica i muri, pazientemente e ostinatamente vogliamo continuare a costruire ponti, attraverso gesti concreti di promozione della dignità, di umanità e di ospitalità», ha dichiarato Sosa. «Dai rifugiati, in un mondo pieno di paura e di rabbia, possiamo imparare il coraggio di ricominciare con fiducia e speranza». Come ha testimoniato Sohrab afghano, fuggito a 14 anni dal suo paese, che oggi, dopo aver peregrinato 11 anni attraversando tutti i confini dell’Europa nei modi più rocamboleschi, è ingegnere meccanico e studia per la laurea specialistica.


«La concretezza delle storie vissute dà ragione del perché di un centro che intende mettere al centro la persona e la sua dignità», ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, – commentando le testimonianze portate appunto da Sohrab e da Charity, dal Camerun, – e sottolineando la necessità di «intese globali» e «di un grande sforzo corale della comunità internazionale» per affrontare il fenomeno delle migrazioni.

Laddove ha vissuto ed è sepolto sant’Ignazio; dove Pedro Arrupe nel 1981 volle sorgesse il primo centro di accoglienza del Jesuit Refugee Service e dove ancora oggi si servono ogni giorno pasti e si visitano persone in fuga da guerre e povertà; accanto al Collegio internazionale del Gesù e al governo della Provincia euro mediterranea della Compagnia (che comprende Italia, Albania, Malta e Romania), a due passi dal Campidoglio, in via degli Astalli, nasce dunque un nuovo centro, 28 posti per l’accoglienza di migranti forzati.

Presso il Centro Matteo Ricci saranno organizzate attività formative, quali corsi di informatica, corsi di lingua, corsi di educazione finanziaria. I corsi saranno aperti anche a altri migranti o a cittadini interessati. Saranno anche attivati gruppi di conversazione informali, facilitati da volontari di madrelingua diversa. Sarà attivo un servizio di orientamento e supporto alla ricerca del lavoro e delle opportunità di formazione. Saranno organizzate attività, individuali o a piccoli gruppi, di rafforzamento delle competenze linguistiche finalizzate alla ricerca attiva del lavoro e gruppi di coaching per l’individuazione e ridefinizione degli obiettivi personali e professionali. Il Centro vuole essere un luogo aperto a tutti dove coltivare insieme interessi comuni: musica, arte, lettura, yoga.

«In un tempo in cui sempre più spesso la chiave interpretativa del reale è la chiusura, aprire una porta ai rifugiati e ai migranti è un’operazione controcorrente» ha dichiarato il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti. «Un segno forte, dal punto di vista simbolico e concreto. Si chiudono i confini ai migranti, ma anche nella vita religiosa i ridimensionamenti numerici spingono alla chiusura di opere e case. L’atteggiamento di chiusura si impadronisce di noi, del nostro cuore e della nostra mente. Ci inaridisce, ci rende meno umani». Al centro, ha continuato Ripamonti, oltre ad accogliere si vuole «accompagnare le persone, in particolare i giovani, a interrogarsi sui propri desideri professionali e formativi, farli tornare a sognare in un futuro che è possibile se costruito insieme. È questa l’unica via possibile per l’integrazione. Siamo convinti che così facendo apriamo una porta di speranza anche per la nostra città, per il nostro Paese, perché quanto si farà di creativo e formativo tra queste mura potrà contribuire a edificare una comunità solidale». Presenti all’inaugurazione anche l’Elemosiniere di papa Francesco, il cardinale  Konrad Krajewski; il vicario di Roma, cardinale Angelo De Donatis; e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Anche papa Francesco ha voluto essere presente attraverso un dono, una croce realizzata dall’artista cubano “K’cho” e dedicata proprio al dramma delle migrazioni, portata dal sottosegretario della sezione migranti e rifugiati p. Michael Czerny. «Rammaricato per la mancanza di finanziamenti pubblici per i migranti vulnerabili che oggi a Roma necessitano di un ricovero», ha detto Czerny, «il Santo Padre dona anche il necessario per il primo mese di attività del Centro».

Il centro è stato realizzato dalla Provincia Euromediterranea della Compagnia di Gesù (che ha destinato alla realizzazione una parte degli introiti ricavati dalla vendita dello stabile di Firenze che era stato abitato abusivamente per quasi un anno da un centinaio di somali) con l’aiuto di BNP Paribas, del JRS, dell’Elemosineria del Santo Padre, della Sezione Migranti e Rifugiati del dicastero Vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale.
Alle pareti le opere le opere realizzate per il Centro da Mauro Biani e Sibomana.

E’ possibile contribuire alla vita del nuovo Centro con una donazione

Qui una galleria di foto dell’evento tratte dal sito del Quirinale

Qui le foto dell’evento su Facebook

 

 

 

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