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Matera. La preghiera che scava: esercizi itineranti nelle chiese rupestri

L’idea circolava da qualche anno fra gli studenti della “Rete Loyola” a Bologna. Ma è stato Pino Piva a dare la spinta decisiva al progetto: “Matera vi aspetta per fare EESS”. Erano in 47 i giovani e giovani adulti che hanno passato il Triduo in preghiera a Matera, di cui una ventina hanno camminato da lunedì santo (25 marzo) lungo lo strapiombo della “gravina”, pernottando in tenda.
Accompagnati dai PP. Corticelli, Basile e Hernández, essi hanno meditato negli insediamenti rupestri dove gli eremiti venuti dal Medio Oriente pregavano fin dal sec. VIII. Decisiva è stata la collaborazione delle suore Ausiliatrici e di Marco Pelosi, guida esperta che ha portato il gruppo attraverso fango e sentieri scomparsi, alla scoperta di vere “città verticali”, quasi inaccessibili. Di roccia anche la logistica di Michele Biondi che ha effettuato i sopralluoghi. Molte le suggestioni paesaggistiche, affascinante la teologia delle pitture rupestri, mozzafiato il “calvario” di Pasolini e Mel Gibson, illuminanti gli spunti di p. Giampiero sul messia trafitto Giosia, commovente l’accoglienza delle famiglie e la celebrazione della Grande Veglia nella parrocchia di San Rocco… il pellegrino.
Gli eremiti e i monaci basiliani che lasciavano la Palestina, la Siria e l’Egitto con l’avanzata degli eserciti islamici cercavano di risalire da Brindisi verso Roma lungo la Via Appia. Arrivati in terra di Matera, la città più antica d’Europa, la configurazione del paesaggio apparve per molti di loro come una nuova “Terra Santa”. Alla pari di molte altre tradizioni religiose, la grotta (più di 300 repertoriate nel Materano) divenne per i monaci orientali “ventre della terra”, luogo di iniziazione, di nuova nascita. Gli affreschi che hanno lasciato nel fondo di queste cavità sono la loro testimonianza di un incontro con Cristo nel fondo della “grotta interiore”. E’ l’esperienza spirituale di chi non ha paura di “scavare”. Ed è nel solco di questa esperienza che i giovani pellegrini di questa Pasqua hanno potuto entrare, in una comunione spirituale lunga più di mille anni.

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