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Malta. “ReVisit”: nascono le pietre vive a La Valletta

Malta è la “perla del Mediterraneo” anche dal punto di vista turistico, già a inizio primavera. Nell’anno della fede i gesuiti maltesi hanno voluto “parlare di fede” ai visitanti dell’isola. Dal 24 marzo al 7 aprile, insieme al “Malta arts fund” e ad altre istituzioni pubbliche e private, i gesuiti hanno messo in piedi un coinvolgente “walkabout” con varie istallazioni di arte contemporanea e numerose manifestazioni, dove l’arte diventa “cortile dei gentili”. Il nome dell’iniziativa coglie il nesso fra arte, turismo ed annuncio: “ReVisit”. Si tratta infatti di un invito a visitare Malta in modo diverso. Ma anche a visitare le chiese in modo diverso. E in definitiva a “ri-visitare” la propria vita. Fra i diversi “events” era segnalato il 6 aprile come “giornata pietre vive” nella principale chiesa di La Valletta, la co-cattedrale di San Giovanni Battista.
Una quindicina di volontari di cui otto venuti in aiuto dall’Italia, dalla Germania e dalla Cechia si stavano preparando da giorni a questo “inizio di pietre vive a Malta”. La formazione è stata garantita principalmente da insegnanti maltesi. Un’occasione per le pietre vive non maltesi di scoprire la pittura di Mattia Preti. Dal 1661 al 1665 l’artista calabrese aveva decorato tutta la volta con 18 scene della vita di Giovanni Battista. Queste scene a “cielo aperto” costituiscono un itinerario dal combattimento esterno (la difesa contro i turchi nel “grande assedio” del 1565) al combattimento interiore, assimilato al martirio. Ma il martirio del Battista aveva avuto più di mezzo secolo prima un altro interprete che segnò per sempre la storia culturale dell’isola: Michelangelo Merisi da Caravaggio. La sua “decapitazione di Giovanni Battista” rimane l’opera più significativa della co-cattedrale. Le pietre vive in formazione hanno sperimentato nelle ore spese davanti all’opera e nelle gustose condivisioni, quanto sia vero che la quarta dimensione dell’arte è il tempo della percezione in cui l’opera svela piano piano i suoi segreti.
La sera prima del grande giorno, tante domande assillavano le pietre vive: “perché un turista dovrebbe preferire noi alle esaustive audio-guide?”, “come cantare i canoni di Taizé nell’angolo preghiera se la chiesa ha già un suo sfondo musicale?”, “cosa rispondere ai turisti sdegnati dai caratteri anti-ottomani di alcuni affreschi?”,… La mattina del 6, dopo un’ora di adorazione silenziosa in cui la “grazia da chiedere” era “Signore, cosa vuoi che io dica loro da parte tua?”, le pietre vive si postano all’ingresso della con-cattedrale. E pochi minuti sono bastati per sciogliere le tante paure in una costatazione piena di gioia: la gente non cerca né affreschi né date ma un volto, un incontro vivo. Allora è diventato chiaro il sottotitolo dell’iniziativa “ReVist”: “The contemporary face of faith”. Allora ogni volontario ha capito di essere per chi entra “il volto contemporaneo della fede”. Un volto che il nuovo gruppo “Pietre vive (“gebel haj”) Malta” e il suo coordinatore Michael Debono SJ hanno deciso di far rivedere presto.

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