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La tappa del magistero nella vita di un gesuita

Le preferenze apostoliche universali dei gesuiti

L’annuale incontro dei maestri, presso la residenza S. Pietro Canisio a Roma, si è tenuto dal 2 al 5 febbraio. Quella del magistero è una tappa fondamentale nella formazione dei Gesuiti, posta tra gli studi di filosofia e teologia.

L’obiettivo di questi periodo è «approfondire l’integrazione spirituale e lo sviluppo umano del gesuita in tutti i suoi aspetti, attraverso l’impegno serio e responsabile di una attività apostolica[…]Tutto ciò gli consentirà di crescere nella conoscenza reale di sé, affrontando il lavoro, imparando a esercitare una responsabilità determinata, accettando e assumendo i limiti suoi e quelli degli altri”. (padre Kolvenbach, La formazione del gesuita, pp. 68-69)

Una delle caratteristiche principali del magistero è l’interruzione degli studi e un’immersione nel lavoro apostolico in una delle opere della Compagnia. Dedicandosi a tempo pieno a un apostolato, condividendo la vita di una comunità apostolica, il gesuita in formazione può confrontarsi con le esigenze reali della vita religiosa e sviluppare quelle domande di fede che costituiranno le basi per i suoi studi teologici.

All’incontro erano presenti tredici maestri della provincia EUM, provenienti da Italia, Malta e Romania, impiegati in larga parte nei collegi e nel lavoro con i giovani. A loro si sono uniti cinque maestri residenti al Canisio che svolgono il loro servizio presso la Radio Vaticana, proventi da Polonia, Congo, Croazia e Vietnam e due maestri polacchi che lavorano nel collegio di Palermo e di Scutari.

Sono stati due giorni e mezzo di preghiera e condivisione dell’esperienza che hanno arricchito molto i partecipanti i quali, in un clima di fiducia e amicizia, hanno potuto condividere le gioie, le grazie ricevute e le difficoltà incontrate. Una delle parole che più spesso ha risuonato è stata “paternità”. Scoprire la paternità spirituale e riconoscerla come dono rende fecondo il nostro voto di castità e lo riempie di significato. Nella seconda parte dell’incontro p. Giacomo Costa ci ha parlato dell’esperienza del sinodo dell’Amazzonia e delle sfide che ha lanciato alla Chiesa. Mentre l’attenzione dei media si è concentrata su questioni secondarie che hanno toccato il sinodo solo in modo tangenziale, il vero frutto di questo incontro, come si evince dal documento finale, è una chiamata alla conversione declinata secondo cinque aspetti: una conversione integrale, pastorale, culturale, ecologica e sinodale.

Nel corso dell’incontro il p. Costa ha sottolineato come queste conversioni richieste da Francesco trovino eco nelle preferenze universali della Compagnia nonché nel progetto apostolico della provincia EUM, motivo ulteriore per rispondere a questa chiamata con generosità e coraggio.

 

 

 

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