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La natura e l’umano, il convegno del Centro Gallarate

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Nei giorni 24-25-26 settembre 2020 si terrà il LXXV Convegno del Centro Studi Filosofici di Gallarate su “La natura e l’umano: quale rapporto”, tema di grande attualità in questi tempi in cui il rapporto con la natura è tornato prepotentemente alla ribalta sotto diversi rispetti. Tra i partecipanti Carlo Cirotto (Università di Perugia), Adriano Fabris (Università di Pisa), Paolo Gamberini (Facoltà Teologica Pontificia di Napoli e University of San Francisco), Barbara Henry (Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Mario Micheletti (Università di Siena), Pietro Pietrini (IMT di Lucca).

La riflessione attuale sulla “natura” in rapporto all’umano presenta aspetti molteplici. Tra questi spicca certamente il superamento dell’antropocentrismo autoreferenziale (che subordina l’ambito naturale all’esercizio di dominio da parte dell’umano) in favore di una prospettiva di “ecologia integrale”, nel cui orizzonte l’umano viene investito del compito della cura complessiva del “creato”. È oggi peraltro evidente l’oscillazione tra due poli che appaiono tra loro in radicale opposizione: da un lato un’immagine dell’umano che sembra sostenere un essenzialismo rigido e incapace di dar conto della evoluzione antropologica conforme agli sviluppi della scienza e della tecnica, dall’altra la negazione di ogni permanenza delle forme dell’umano che riesca a tutelarlo dall’arbitrio della manipolazione e della sperimentazione incontrollata.

La persona e l’essenza

Il contrasto investe sia il terreno dell’ontologia sia quello dell’etica e della dimensione normativa. Investe pure il concetto di persona: apparentemente punto di riferimento comune, ma incardinato in effetti su interpretazioni differenti, che ne rendono il significato ambiguo e, talvolta, persino equivoco. Ma la concezione ontologica dell’umano che considera la natura come “essenza” è davvero incompatibile con una visione dinamica dell’umano, oppure l’idea di physis può essere declinata in modo da cogliere e soddisfare le istanze che derivano dall’approfondimento incessante delle tendenze evolutive dell’umano? D’altra parte, la collocazione dell’umano nei processi della natura porta inevitabilmente alla sua riduzione naturalistica oppure deve aprirsi alla considerazione di una sfera intenzionale e semantica con caratteri specifici e irriducibili, per quanto radicati in un contesto di condivisione con le altre forme viventi e di ibridazione con le costruzioni artificiali?

Da questo confronto scaturisce la domanda: quale natura in rapporto a quale rappresentazione dell’umano?

Il programma

Il Convegno è articolato in modo da affrontare questi problemi in ambiti privilegiati dell’esperienza storica attuale, esplorando il tema negli ambiti regionali della biologia, del digitale e della intelligenza artificiale e della neurofisiologia, oltre che nell’indirizzo filosofico di tipo naturalistico. Completano il quadro l’esame del “decentramento” antropologico e la proposta di un neo-umanesimo corroborato dal vaglio critico delle pretese del suo superamento.

Il convegno (tranne per le sessioni dei gruppi di lavoro) può essere seguito in diretta: link youtube

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