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Gesuiti News John Dardis SJ. Un futuro di opportunità per la riconciliazione in Europa
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John Dardis SJ. Un futuro di opportunità per la riconciliazione in Europa

Cari Fratelli in Cristo,
quest’autunno la Cappella della Resurrezione a Bruxelles celebra i dieci anni di vita. La Cappella è stata creata vicino alle istituzioni europee come spazio di preghiera e dialogo ecumenico. Da dieci anni a questa parte offre alle persone che lavorano in quelle istituzioni la possibilità di incontrarsi e pregare. Martedì 25 ottobre si è tenuto un particolare momento di preghiera ecumenico per ringraziare per il passato e per guardare al futuro con speranza.
Prima di tutto voglio ricordare coloro che hanno voluto la Cappella. Tra questi c’è Mark Rotsaert, il primo presidente della CEP, le Province del Belgio del Nord e del Sud, il Foyer Catholique Européen, Viale Europe e Guy Martinot, dalla Provincia del Belgio del Sud-Lussemburgo.
Le Suore del Sacro Cuore hanno sostenuto la Cappella dall’inizio. Il primo responsabile pastorale della Cappella è stata suor Dominique Sadoux, cui è seguita suor Ilsemarie Weiffen. In questi dieci anni entrambe hanno lavorato con generosità nella Cappella e hanno aiutato a costruire relazioni, che sono essenziali in questo lavoro.
L’ecumenismo è di grande importanza in tante parti d’Europa. Con tristezza nei secoli abbiamo conosciuto profonde divisioni tra i seguaci di Cristo. E queste divisioni sono state un ostacolo a molti perché potessero conoscere il Signore. Sono state una controtestimonianza alla fede.

Il nostro amore a Cristo ci spinge ad approfondire la conoscenza che abbiamo del messaggio degli altri  cristiani e di sforzarci per avere una voce comune in un mondo dove la voce della fede è così spesso soffocata.
Uno dei grandi risultati nello sviluppo dell’Unione Europea è stato il convenire in uno spirito di solidarietà di nazioni che prima erano in guerra. In qualche modo, come cristiani, ora abbiamo l’opportunità di professare insieme la nostra fede comune in Gesù Cristo piuttosto che focalizzarci sulle differenze. Insieme possiamo testimoniare il Vangelo. Insieme possiamo lavorare per la pace e la giustizia in un mondo che spesso sperimenta l’assenza di entrambi. Insieme possiamo mostrare la virtù evangelica dell’ospitalità ai rifugiati e ai nuovi migranti che sono venuti a vivere nei nostri paesi.
Insieme possiamo mostrare rispetto per l’ambiente e per i doni della terra affidati alla nostra responsabilità. Questo è un tempo di grande fragilità per il sogno europeo. Oggi gli argomenti principali che le persone hanno a cuore sono l’economia e la finanza, ma la crisi attuale mostra la necessità, ora più che mai, che ci sia una visione forte e valori ben radicati nel contesto dell’Unione Europea. La Compagnia ha molto da dare in entrambi i campi.
Il sogno di tanti per una pace e riconciliazione in Europa è stato uno dei fondamenti dell’ Europa in questi ultimi decenni. I conflitti europei degli ultimi secoli hanno lasciato cicatrici profonde. Le guerre sono finite, ma le cicatrici sono rimaste. Il progetto europeo deve continuare a lavorare per una più profonda riconciliazione e comprensione tra i nostri popoli.
E la riconciliazione religiosa e il dialogo devono essere parte di ciò. Appena 25 anni fa, il 27 ottobre 1986, 160 leader religiosi trascorsero insieme un giorno ad Assisi, digiunando e pregando. Rappresentavano 32 denominazioni cristiane e 11 tradizioni mondiali non cristiane. Il “Decalogo di Assisi” elenca 10 affermazioni che questi leader assunsero come impegni. Eccone due:
“Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando ciò che ci separa come un muro insormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità degli altri può diventare un’occasione di maggiore comprensione reciproca” (n.5).
“Ci impegniamo a perdonarci reciprocamente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a sostenerci nello sforzo comune per vincere l’egoismo e l’abuso, l’odio e la violenza, e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è una pace vera” (n.6).
Alla Cappella e come gesuiti in Europa possiamo assumere questi impegni. Abbiamo molto di cui ringraziare. Il futuro contiene molte opportunità per approfondire il nostro lavoro di riconciliazione
Vostro in Cristo.

John Dardis SJ
Presidente della Conferenza dei Provinciali Europei

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