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Roma. Al Massimo è partito Crowd4Africa: diamo una mano a chi non ce l’ha!

“Insieme possiamo cambiare il mondo, possiamo essere protagonisti del bene concreto degli altri”. Con questa dichiarazione, la mattina di venerdì 4 marzo presso l’Auditorium dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, si è avviata la campagna di crowdfunding “Crowd4Africa”. I ragazzi e il team coinvolti nel progetto hanno presentato modalità, scopi e tappe, con un collegamento in diretta con le realtà africane destinatarie ultime dell’iniziativa. Si è infatti spiegato come la stampa 3D e il crowdfunding possano cambiare anche la nostra vita; i ragazzi più piccoli hanno mostrato concretamente come si stampa in 3D una protesi di un arto partendo da tappi di plastica riciclati.

I ragazzi del Liceo dell’Istituto M. Massimo di Roma, rispondendo in modo brillante alla chiamata di papa Francesco a “partecipare (nelle scuole) a varie attività che li abituino a non chiudersi in loro stessi o nel loro piccolo mondo, ma ad aprirsi agli altri, specialmente ai più poveri e bisognosi, a lavorare per migliorare il mondo in cui vivono”, hanno realizzato la campagna di crowdfunding (raccolta fondi) Crowd4Africa, con il supporto di un team di genitori volontari, di professioni e il coinvolgimento attivo anche di tanti loro compagni di scuola più piccoli.

I destinatari ultimi di questo progetto sono due realtà africane (il Lacor Hospital in Uganda e il centro Caritas congolese per gli ambulatori distribuiti sul territorio di Kenge in Congo), che riceveranno un sistema composto da stampanti 3D, tritatori, estrusori, computer etc. e saranno così in grado di produrre autonomamente protesi di arti umani e “ricambi” vitali. Queste protesi vengono realizzate grazie a stampanti 3D, utilizzando come materia prima dei tappi e dei contenitori di plastica riciclati. I tappi di plastica infatti vengono triturati, dalla poltiglia viene estruso il filo di plastica, si sceglie quindi il disegno dell’oggetto da stampare e lo si realizza con la stampante 3D. Al di là dell’utilità del prodotto e dell’abbattimento del costo di realizzazione, l’impatto anche simbolico è straordinario: gli “scarti” e i “rifiuti” plastici della nostra società, grazie a questa tecnologia innovativa e relativamente accessibile, si trasformano in strumenti che ridonano vita e speranza a persone mutilate o disabili in paesi fortemente disagiati e poveri.

Il crowdfunding è organizzato da 15 ragazzi dai 15 ai 17 anni del corso gratuito “For 3D world”. I ragazzi sono assistiti da 20 professionisti volontari provenienti dal mondo dell’industria, dell’università, della scuola, della sanità.

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La campagna è supportata anche dal corso gratuito “Making 3D Printers” finalizzato ad insegnare la progettazione in 3D e la costruzione di una personale stampante 3D. Il corso è frequentato da 69 ragazzi dagli 8 ai 15 anni e da 40 genitori. Proprio i partecipanti a questo corso hanno messo a punto il sistema di produzione, costruendo le stampanti 3D e imparando a progettare in 3D. In questo modo i ragazzi acquisiscono anche conoscenze, tecnologie e competenze innovative e particolarmente richieste dal mondo del lavoro.

“Attraverso Crowd4Africa daremo una mano a chi non ce l’ha”, ha commentato un partecipante al progetto con una battuta che però nasconde una grande verità. “Grazie alle protesi che si potranno realizzare con questa tecnologia, bambini africani senza una mano potranno ad esempio riprendere a mangiare, lavarsi, vestirsi autonomamente, a prendere una palla, giocare e andare in bicicletta”.

“Non possiamo pensare di educare i nostri ragazzi qui in Italia – ha concluso padre Giovanni La Manna, Rettore dell’Istituto Massimo – dimenticandoci del resto del mondo”. Questa bella sfida e questo progetto è un grande aiuto materiale ed umano sia per l’Africa che per noi in Europa!”

• Visita il sito dell’iniziativa: http://www.crowd4africa.org
• Iscriviti alla pagina Facebook di Crowd4africa
• Guarda il video del progetto
• Guarda il servizio del TG1 sul progetto

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