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India, i gesuiti in aiuto dei lavoratori giornalieri

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Si stima che nel Paese asiatico, a causa delle misure di contenimento della pandemia, circa 40 milioni di persone siano rimaste senza lavoro. Usando una piattaforma social sono stati contattati tutti gli istituti e i centri di lavoro sociale dei gesuiti.

(Vatican news)  Padre David Solomon, del centro sociale Bagaicha di Ranchi, nello stato di Jarkhanda, in India, ha lanciato un’iniziativa, che ora si sta allargando su scala nazionale, per aiutare i milioni di lavoratori migranti bloccati dal lockdown – come riferido da UCA News.

L’aiuto del web

Usando una piattaforma social – ha spiegato padre Solomon – sono stati contattati tutti gli istituti e i centri di lavoro sociale dei gesuiti, che assieme ad altre organizzazioni della società civile, hanno cercato di mettersi in contatto con i migranti bloccati. Il piano originale – ha riferito il sacerdote – era quello di raccogliere dettagli sulle persone in difficoltà e trasmetterli alle amministrazioni locali. La maggior parte dei migranti, specialmente quelli che lavorano negli Stati del sud, non parlano le lingue locali.

La storia di Sandeep

Sandeep Sadu Atala, un lavoratore del distretto di Gadchiroli, ha raccontato ai gesuiti di essere stato abbandonato dai datori di lavoro in una stazione di servizio con altri compagni dopo l’annuncio dell’isolamento. Non conoscendo la lingua locale e non sapendo come presentare una denuncia alla polizia, sarebbero morti di fame, se non fosse intervenuto in loro soccorso un sacerdote.

“Il nostro datore di lavoro ci ha lasciato per strada – ha raccontato Atala – abbiamo dormito a terra per due settimane, finché questo prete, totalmente sconosciuto, è venuto a salvarci”. La rete dei gesuiti, infatti, ha passato l’informazione a padre Sahaya Philomin Raj che dopo aver contattato Atala, i suoi compagni e la polizia locale, è intervenuto per salvarli. In questo modo, i gesuiti indiani sono riusciti ad andare in aiuto ai governi e alle amministrazioni locali impossibilitati dal sistema ad intervenire a favore di quei migranti non residenti e privi dei documenti necessari per poter usufruire degli aiuti governativi.

Anna Poce – Città del Vaticano

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