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Il Magis: “Vogliamo investire per abitare la complessità”

Il 2017 è stato un anno positivo per la Fondazione Magis, l’Ong dei gesuiti della Provincia Eum. Il bilancio che emerge dalla «Relazione di Missione 2017» parla di una raccolta di 1.404.824 euro, 38 progetti attivi in 21 Paesi, un impegno che spazia dall’educazione alla sanità, dalle emergenze al sociale fino al sostegno a distanza.

Ma entriamo nel dettaglio. Nel 2017, grazie a donatori privati (71,61%), enti religiosi (28,06%) e da fondazioni private (0,30%) sono stati raccolti 1.404.824 euro, sono stati raccolti 1.404.824 euro. Questa somma è stata impegnata per l’83,96% nel sostegno di progetti di cooperazione, cioè il cuore dell’attività istituzionale del Magis. La restante parte è stata utilizzata per gli oneri di raccolta fondi (sito web, lettere di ringraziamento, stimolazione di nuovi donatori, promozione dei progetti, divulgazione del materiale, ecc.) e per gli oneri di oneri di supporto generale (stipendi, oneri previdenziali, Tfr) e spese di struttura (affitto, utenze, consulenze, spese di manutenzione ecc.).

Il Magis ha sostenuto 38 progetti in 21 Paesi: il 68% in Africa (Ciad, Kenya, Madagascar e Repubblica centrafricana), il 24% in Asia (India, Nepal, Sri Lanka), il 5% in Europa (Albania) e il 3% in America Latina (Brasile e Paraguay). Sono progetti in vari settori: educativo (garantire un’educazione di qualità, migliorare le competenze socio-professionali dei giovani e degli adulti; percorsi di formazione agli insegnanti e animatori); emergenze (crisi umanitarie, conflitti armati e catastrofi naturali); sanitario (garantire cure mediche e sanitarie ma anche assistenza socio-sanitaria alle famiglie, accompagnamento psico-spirituale alle persone in difficoltà, formazione del personale sanitario, acquisto di farmaci e strumenti di laboratorio); sociale (gruppi capaci di promuovere progetti di riconciliazione e pace, attività generatrici di reddito nel campo agricolo; migliorare la condizione delle donne in ambito sociale e professionale; strumenti di advocacy sui diritti sociali); sostegno a 39 missionari italiani che gestiscono direttamente o hanno avviato progetti sul campo.

La Fondazione ha attivato anche azioni di Sostegno a distanza con interventi rivolti non a un solo bambino ma a una comunità di bambini, ragazzi e persone vulnerabili, interventi che promuovono un percorso formativo integrale e progetti di microeconomia garantiti dai padri gesuiti che lavorano sul territorio.

Dal 2017 il Magis è operativo anche in Italia attraverso un’attività di educazione allo sviluppo mediante programmi di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche del Sud del mondo in scuole, oratori, associazioni, ecc. Un’attività che si affianca al volontariato internazionale. La Fondazione offre infatti la possibilità di vivere per un periodo di tempo, più o meno breve, a contatto con la gente del Sud del mondo, offre anche un prezioso contributo supportando attività di utilità sociale e di solidarietà su diverse tematiche e vive occasioni uniche per la propria crescita personale.

«Vogliamo – ha spiegato Renato Colizzi, gesuita, presidente della Fondazione Magis – continuare a investire per abitare la complessità con saperi e visioni interdisciplinari mettendoci nelle condizioni di apprendere dai nostri successi e dai nostri fallimenti, valorizzandoli in un processo continuo che abbia i cambiamenti di medio e lungo periodo come faro perché l’obiettivo finale è migliorare continuamente il nostro impatto. Molto è ancora da fare, ancora molte sono le ingiustizie, i soprusi e, finché ci sarà al mondo una persona che ha fame, che è esclusa, che non vede rispettati i propri diritti, il Magis insieme a tutti i suoi donatori, sarà al suo fianco».

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