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Gesuiti News Il discusso disegno di legge che agita il mondo cattolico a Malta
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Il discusso disegno di legge che agita il mondo cattolico a Malta

Presentazione di un libro presso la comunità dei gesuiti di Villapizzone a Milano

Il 6 ottobre una coalizione di diverse realtà, compresi i gesuiti, presenta a Malta gli emendamenti a un controverso disegno di legge sull’uguaglianza. Padre Jimmy Bartolo, presidente della Fondazione Gesuiti Educazione, racconta le obiezioni alla normativa in discussione.

Padre Bartolo, molti esperti affermano che il disegno di legge sull’uguaglianza, nella sua formulazione attuale, presenta diverse lacune, molte delle quali minacciano la libertà di religione e la libertà di espressione. Può spiegare dov’è il problema?

«Al Parlamento maltese sono attualmente in discussione due progetti di legge con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza e di lavorare per sradicare ogni forma di discriminazione in tutti i settori della società. La Chiesa è obbligata a unirsi agli sforzi che si stanno compiendo a favore dell’uguaglianza e dell’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nel nostro Paese. Nessuna persona dovrebbe essere discriminata sulla base della sua razza, nazionalità, orientamento sessuale, disabilità, religione, età, ideologia politica o qualsiasi altra caratteristica che renda una persona unica. La dignità di ogni persona lo esige.
La ricerca della giustizia sociale, dell’uguaglianza e dell’adesione ai diritti umani fondamentali è sempre stata abbracciata dalle scuole che fanno parte della Chiesa. Come molti studenti possono testimoniare, le nostre scuole tutelano e promuovono questi valori – ed è per questo che accogliamo con favore iniziative come quelle incluse nel disegno di legge sull’uguaglianza 96 e 97».

Dov’è allora il problema?
«Ci sono chiari e forti pregiudizi contro ciò che è religioso. Ad esempio, la legge prevede che “l’esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici dove tali simboli hanno un valore culturale” non deve essere considerata una discriminazione. Ciò significa che se ci sono simboli religiosi senza valore culturale (secondo l’opinione dei laici – cioè dei non magistrati e dei giudici – nel Consiglio per l’uguaglianza), essi sono proibiti e, chiunque li esponga può essere multato senza essere portato in tribunale!
La definizione di “discriminazione”, di cosa sia “discriminazione” e di cosa sia “pubblicità” è molto ampia nel disegno di legge. Infatti, la bozza (Equality Bill) proibisce qualsiasi pubblicazione, esposizione o trasmissione di qualsiasi pubblicità “che promuova la discriminazione o che sia discriminatoria o che possa ragionevolmente essere intesa come un’indicazione dell’intenzione di discriminare”. Questo divieto, quindi, è in contrasto con la libertà di espressione perché non è né ragionevole né giustificabile in una società democratica.
La bozza interferisce anche con il tipo di libri, programmi di studio e altri insegnamenti che una scuola con un ethos religioso vorrà diffondere tra gli studenti. Al contrario, in tali questioni, la legge obbliga la scuola a promuovere l’insegnamento e le idee contrarie alla sua etica.
Queste linee interferiscono anche nel modo in cui i direttori delle scuole scelgono il loro personale; e questo perché la vita privata e pubblica dell’insegnante è considerata irrilevante, se non per quanto riguarda gli insegnanti di religione.
La legge sull’uguaglianza non permette ad alcuna persona o organizzazione di offrire servizi medici o di fornirli secondo le proprie convinzioni, ma li obbliga a offrire qualsiasi servizio senza alcuna forma di distinzione (ad esempio, pillola del giorno dopo, FIVET, congelamento degli embrioni e, potenzialmente, maternità surrogata). Al contrario, c’è una seria preoccupazione a questo proposito, poiché il disegno di legge sta cercando di rendere applicabili a Malta le decisioni dei tribunali internazionali in un modo che apre la finestra all’aborto e ad altre misure che sono attualmente illegali a Malta, e che sicuramente nessun tribunale maltese sanzionerà».

Cosa potrebbe succedere se la legge passasse? Può farci qualche esempio?
«Se la legge venisse promulgata così com’è stata formulata, le scuole cattoliche avranno ben poca scelta, dovranno coinvolgere persone apertamente ostili ai loro valori. Questo è del tutto irrispettoso nei confronti delle migliaia di genitori che desiderano che i loro figli sperimentino i valori e le norme religiose in un ambiente educativo comune. Ci sono genitori che vogliono mandare i loro figli nelle scuole cattoliche proprio per questo motivo.
Si teme molto che il disegno di legge, nella sua formulazione attuale, discrimini le scuole cattoliche e neghi il diritto dei genitori di scegliere un’educazione cattolica per i loro figli.
Il disegno di legge intende promuovere la diversità – ma purtroppo il suo attuale progetto di legge nega il diritto alla libertà di espressione, la libertà di credo e il diritto di scelta dei genitori in materia di istruzione.
Ci sono varie elementi che preoccupano: in primo luogo, il disegno di legge 96 limita la libertà delle scuole di coinvolgere gli insegnanti che si identificano con l’etica scolastica cattolica. L’unica eccezione a questa regola è il coinvolgimento di un insegnante di religione. Tutti gli altri insegnanti non devono necessariamente sposare i valori e le credenze cattoliche. Si tratta di una clausola eccessivamente restrittiva. Ci sono molte ragioni per cui i genitori scelgono che i loro figli ricevano un’educazione cattolica. Una di queste è il loro desiderio di vederli ricevere un’educazione olistica da persone che sposano i loro valori. I valori cattolici non vengono insegnati e trasmessi solo durante le lezioni di religione, ma nel corso di tutte le lezioni e le attività.

I valori religiosi e l’ethos scolastico non dovrebbero essere compartimentalizzati e relegati alla lezione di religione. Gli studenti dovrebbero essere esposti in modo olistico ai principi della fede attraverso tutti i loro educatori. Affinché le scuole cattoliche possano mantenere il loro ethos, devono assumere educatori e leader educativi che sostengano questo ethos e che non lavorino contro di esso. Se questo viene descritto come discriminatorio – come avviene attualmente nel progetto di legge – , l’identità stessa delle scuole cattoliche viene negata. Questo disegno di legge colpisce il cuore di ciò che le scuole cattoliche sono e di ciò che sposano. Ironia della sorte – un disegno di legge che mira a promuovere la diversità avrà l’effetto opposto, di eliminare la diversità.

Un’altra disposizione preoccupante della legge 96 è quella che limita il diritto delle scuole cattoliche di formulare e attuare il loro programma di studi. Mentre il programma di studi di tutte le scuole deve naturalmente seguire il National Curriculum Framework, noi crediamo che non ci dovrebbero essere disposizioni indebitamente restrittive a questo riguardo. Non si dovrebbe negare alle scuole cattoliche di promuovere dei valori cristiani in tutte le aree di studio e di attività scolastiche. Ciò è in linea con l’approccio multitematico all’educazione che oggi è considerato una buona pratica. Che si tratti del valore cristiano della dignità umana, della salvaguardia dell’ambiente, del valore della vita umana o della giustizia sociale, questi dovrebbero poter essere insegnati in tutti gli ambiti di studio.

Gli educatori delle scuole cattoliche non dovrebbero essere sanzionati per la promozione di questi valori. Né devono essere costretti a diffondere o incoraggiare posizioni non in linea con questi valori.

Così com’è, la legge 96 non contiene una clausola che permetta il diritto all’obiezione di coscienza per proteggere gli educatori dal dover insegnare cose che vanno contro la loro coscienza.

Mentre lo Stato ha la responsabilità di assicurare che tutti i bambini abbiano pari accesso all’istruzione, è il diritto dei genitori di decidere quale forma deve assumere l’istruzione, secondo ciò che ritengono sia meglio per i loro figli. Lo Stato dovrebbe rispettare il diritto dei genitori di assicurare che tale educazione e insegnamento sia conforme alle loro convinzioni religiose e filosofiche. Poiché questo disegno di legge mira a limitare la discriminazione e quindi a promuovere la diversità, è altrettanto importante che le scuole basate sulla fede non siano discriminate. Se tali scuole rimangono scuole ecclesiastiche solo di nome, e tutte le scuole diventano sempre più simili, allora il diritto dei genitori di scegliere l’educazione dei loro figli secondo il loro credo, diventa di natura fittizia».

Quali sono le vostre proposte?

«Vorremmo eliminare la clausola di supremazia che conferisce a questa legge molto potere e la pone al di sopra di tutte le altre leggi comuni, come il codice penale e la legge sulla protezione degli embrioni.
Vorremmo anche introdurre nella legge una clausola di obiezione di coscienza.
Il diritto all’obiezione di coscienza è riconosciuto in molti Stati democratici. Nella Dichiarazione sull’importanza di rafforzare il diritto fondamentale alla libertà di coscienza fatta a Bruxelles il 21 aprile 2016, i membri del Parlamento europeo hanno sottolineato che la libertà di coscienza è un diritto fondamentale che deve essere tutelato ovunque.
Solo recentemente, 14 associazioni che rappresentano diverse specialità mediche a Malta hanno chiesto l’inserimento di una clausola di obiezione di coscienza nella nuova legge sull’uguaglianza. Le associazioni hanno dichiarato che “i medici non dovrebbero trovarsi di fronte a situazioni cliniche in cui sono costretti ad agire contro le loro convinzioni etiche o essere considerati responsabili se esercitano la loro libertà di coscienza”. Come noi, anche il loro sostegno all’introduzione di una clausola di obiezione di coscienza è motivato dalle implicazioni delle clausole di supremazia incluse nel disegno di legge. Queste permetteranno alla nuova legge di prevalere sulle leggi penali e civili in caso di controversie legali.
Per quanto riguarda l’istruzione, vorremmo assicurarci che le Scuole cattoliche possano scegliere i direttori e i membri del team direttivo, nonché gli educatori che promuovano l’etica della scuola cattolica e non si oppongano o siano ostili nei suoi confronti. Questo non deve essere considerato discriminatorio.
Inoltre, proponiamo un emendamento riguardante un programma di studi scelto dalle Scuole cattoliche. Gli educatori non dovrebbero essere costretti ad insegnare programmi che vanno contro gli insegnamenti della Chiesa, e dovrebbero essere liberi di integrare i valori cattolici in tutte le materie e le attività co-curriculari. Crediamo fermamente che l’etica della scuola si trasmetta sia nelle aule che attraverso tutte le attività».

Con chi state portando avanti questa battaglia? Ci sono state altre dichiarazioni a livello europeo, per esempio?

«Una delle dimensioni più interessanti e gratificanti del nostro piano d’azione è la formazione di una coalizione composta da diverse entità che lavorano per lo stesso obiettivo. Le principali organizzazioni e le NGO sono le seguenti: il Segretariato per l’Educazione Cattolica, la Conferenza dei Superiori Maggiori, l’Associazione delle Scuole della Chiesa, la Fondazione Life Network, Medici per la Vita, il Consiglio Medico e le associazioni dei genitori delle Scuole della Chiesa.
Un piccolo gruppo composto da rappresentanti di queste realtà ha organizzato vari incontri con tutti i direttori delle scuole cattoliche, con tutti i direttori delle scuole indipendenti, con Drachma (gruppo cattolico LGBTIQ+), con la Conferenza Episcopale, con il Ministro della Giustizia e il Segretario parlamentare per l’uguaglianza, con il Presidente della Repubblica e con le associazioni dei genitori delle scuole cattoliche, nonché con gli avvocati esperti di diritto costituzionale.

Il prossimo passo è quello di presentare i nostri emendamenti in Parlamento il 6 ottobre. Il processo di approvazione del progetto di legge in Parlamento è oscuro e non trasparente. Siamo pronti a continuare a promuovere la non discriminazione in buona fede. Speriamo che le nostre proposte siano accettate. Sicuramente questo lavoro ha bisogno della grazia della perseveranza!»

Jimmy Bartolo SJ è Rettore del St Aloysius College Malta, Presidente della Fondazione Gesuiti Educazione e Coordinatore della Church Schools Association a Malta.

 

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