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Padre Generale. Il dono dell’Eucaristia al centro della vita dei gesuiti

Il 29 maggio maggio la Chiesa celebra la festa del Corpus Domini. In questa breve conversazione, padre Patrick Mulemi, direttore dell’Ufficio comunicazione e pubbliche relazioni presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù a Roma, parla con il padre generale Adolfo Nicolás sull’Eucaristia.

Per alcuni cattolici, l’Eucaristia sembra difficile da comprendere. Cosa direbbe a coloro che sentono di non avere una grande “devozione” per l’Eucaristia? Come potrebbero svilupparla?

Talvolta, siamo vittime dei nostri stessi fraintendimenti o di una pessima catechesi. Nell’Eucaristia, abbiamo enfatizzato tanto e per lungo tempo la Reale Presenza da dimenticare molti altri aspetti che toccano e sono correlati alla nostra vita quotidiana e potrebbero essere punti che suscitano la nostra devozione. Prendete, per esempio, il semplice fatto che l’Eucaristia sia uno scambio di doni – noi riceviamo il pane come nostro nutrimento quotidiano; prendiamo un pezzo di questo pane e lo offriamo a Dio; il Signore trasforma questo pane e ce lo rende; e noi rispondiamo a una tale generosità facendoci DONO per gli altri. L’Eucaristia è uno scambio di doni che non ha mai fine, e che può cambiare la nostra vita.

Oppure, possiamo prendere i nostri ricordi, che solitamente sono negativi, se non miseri; la celebrazione trasforma i nostri ricordi. Non vogliamo essere schiavi del ricordo di un’offesa, o del brutto voto di un professore… Bene, quando i cristiani si riuniscono per una celebrazione impariamo che possiamo ricordare l’amore di Dio, ricordiamo il dono che Gesù ha fatto di se stesso fino alla fine, qualcosa di più grande e di più profondo delle nostre misere offese e sofferenze. In altre parole, l’Eucaristia ci insegna a essere generosi, umani, aperti nei nostri rapporti, e ad andare oltre ai brutti ricordi che tutti accumuliamo durante la nostra vita.

Potremmo continuare con i tanti significati dell’Eucaristia: Riconciliazione, Ringraziamento, Comunione, Sacrificio, etc. ma non abbiamo abbastanza tempo per farlo.

 

I gesuiti conducono una vita piena di tanti impegni diversificati e dispersivi. Pensa che sia necessario che i gesuiti trovino il loro centro nell’Eucaristia? E perché?

 Penso che l’Eucaristia abbia per noi un grandissimo potere unificante. Come lei diceva, conduciamo una vita piena di tanti impegni diversificati e dispersivi. La nostra missione ci porta verso gli altri, verso diverse situazioni personali e sociali. Abbiamo bisogno di un centro, un tempo e uno spazio in cui possiamo mettere tutto insieme e sapere che è il Signore che agisce perché è presente nella nostra vita. L’Eucaristia è questo luogo e questo tempo. Sant’Ignazio ha vissuto questa realtà e ha preso le sue decisioni più importanti durante l’Eucaristia.

Pensa che ci sia un tipo di spiritualità dell’Eucaristia e della messa specifico dei gesuiti?

Penso di poter rispondere affermativamente a questa domanda e, allo stesso tempo, senza che sia così specifico che altri cristiani non si sentano a casa nelle nostre celebrazioni. La nostra pratica non è male, da questo punto di vista. Le messe dei gesuiti vengono celebrate con delle pause, con dignità, e con un ritmo che invita alla meditazione e all’interiorizzazione. Credo di poter dire che i gesuiti celebrano l’Eucaristia, in maniera molto simile all’attuale Papa. Vi è la meditazione della Parola di Dio, un momento di pausa per l’interiorizzazione delle memorie durante la celebrazione e l’ardore nella comunione con Gesù Cristo.

 

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