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Formazione. Gesuiti e libertà, tra Esercizi e neuroscienze

“Libertà vo cercando”: con questa citazione dalla Divina Commedia si potrebbe intitolare l’esperienza che un gruppo di gesuiti della nostra Provincia ha potuto vivere a Selva (BZ) dal 18 al 24 agosto. Si è trattato dell’ormai tradizionale appuntamento di formazione permanente per gesuiti dopo gli Ultimi Voti. Eravamo 32 provenienti da tutto il territorio della Provincia, isole e Albania comprese, con la presenza di p. Soler da Malta e del p. Komma della Provincia austriaca. Sono stati con noi anche il p. Provinciale e i Viceprovinciali.

Il tema, come si capisce, è stato proprio “la libertà”: nella Bibbia, negli Esercizi e nella filosofia contemporanea. Con profondità e competenza, siamo stati guidati da P. Bovati a scoprire come nei racconti fondativi della Bibbia (Gen 1-4) il concetto di libertà venga declinato attraverso la categoria di “essere figli di Dio” con tutti i pericoli e le possibilità che questo comporta. Il secondo giorno sono stati gli Esercizi spirituali il luogo dove P. Piva jr ci ha guidati a scoprire un cammino di sempre più grande libertà a servizio del Regno: dalla “libertà da” della I settimana, attraverso la “libertà per” del Regno e di tutta la II settimana, fino alla “libertà con” nell’adesione amorosa e fedele alla missione del Cristo crocifisso e risorto della III e IV settimana.

Una giornata di stacco magnifica ci ha permesso di condividere fraternamente la bellezza del luogo e il riposo, con qualche passeggiata o escursioni in piccoli gruppi. Uno degli obiettivi di questa proposta, infatti, è non solo aggiornamento della mente, ma anche del cuore e degli affetti! È stato, poi, p. Bongiovanni a guidarci nell’ultima, più corposa parte del corso: ci siamo addentrati nella filosofia contemporanea e, in particolare, nel contribuito che alla riflessione filosofica stanno dando le neuroscienze. Mi limito a qualche risonanza personale: la filosofia contemporanea rischia di “lasciarsi incantare” dalle “sirene” di quei neuroscienziati che riducono l’essere umano ad una macchina che reagisce a stimoli bio-chimici, secondo ciò che si può osservare dallo studio del funzionamento del cervello, cadendo così in un nuovo riduzionismo e privando l’uomo di ogni forma di libertà. Per rispondere a questa deriva, ci ha proposto di partire dall’irriducibilità dell’esperienza umana alla sola descrizione del suo funzionamento: certo, potremo a breve spiegare “come” avviene quel sentimento unico e irripetibile che un essere umano prova ascoltando un’opera di Mozart, ma non potremo spiegare “perché” egli avverte dentro di sé quello che avverte e “perché” un’altra persona sente interiormente qualcosa di ancora diverso. Mi pare un’attualizzazione rovesciata della polemica galileiana, dove al famoso scienziato pisano è attribuita l’affermazione: “la Bibbia ci dice come si va in cielo e non come va il cielo”, mentre qui potremmo dire che le neuroscienze possono arrivare a spiegarci “come” funziona il cervello, ma non “perché” funzioni così.

L’esperienza della vita in comune è stata molto arricchita dalla preghiera insieme, al mattino e alla sera, e dalla celebrazione della Messa a cui hanno partecipato anche diversi amici dei gesuiti presenti. Siamo stati non solo magnificamente accolti, ma anche “coccolati e viziati” con molto affetto da tutta l’èquipe della Villa Capriolo, a cominciare dal direttore p. Lavelli.

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