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Europa. JeSET 2012, lo sport che aiuta a crescere

Un torneo sportivo tra le scuole dei gesuiti d’Europa, per crescere nelle relazioni e nell’identità ignaziana. E’ il JeSET 2012, il torneo sportivo della rete europea dei collegi ignaziani, che si è svolto dal 2 all’8 luglio. Dopo Italia (Saveriadi 2006) e Lituania (JeSET 2010) la terza edizione è stata organizzata dal collegio di St. Blasien in Germania e promossa dal JECSE. Dall’Italia hanno partecipato i collegi di Torino e Palermo classificati rispettivamente settimi e undicesimi sulle 22 scuole presenti. L’evento è stata un’ottima occasione per educare i ragazzi e accrescere il senso di appartenenza alla rete italiana delle scuole ignaziane; rete che si incarna sempre più nelle relazioni personali fra studenti e fra insegnanti delle varie scuole.
Laura Rapisarda, studentessa del CEI di Palermo e protagonista nella gara di cross country, così racconta la sua esperienza: “E’ stata un’esperienza davvero unica e, soprattutto, nuova, organizzata da gesuiti di vari collegi a livello europeo. Ogni scuola doveva presentare un gruppo formato da otto ragazzi e otto ragazze, preparati per affrontare diverse competizioni sportive, che comprendevano gare di atletica, di nuoto, corsa campestre, partite di basket, di calcio e di pallavolo. E’ stata veramente un’esperienza costruttiva, molto importante, formativa, che mi ha aiutato a maturare un po’ di più e, anche indirettamente, a riflettere.
Lo sport è stato ciò che ha caratterizzato principalmente le nostre giornate a St Blasien. Mi ha colpito davvero tanto come l’attività sportiva sia in grado di unire e accomunare adolescenti provenienti da parti molto lontane le une dalle altre, da città o perfino paesi differenti. Mi fa ancora più piacere constatare tuttavia che, al di là della competizione, delle singole partite tra le squadre, dei tornei delle diverse discipline, si sia creata una sorta di armonia particolare, di coesione e unione. Le nostre giornate sono state davvero piene e molto intense, con un susseguirsi quasi continuo di mini-partite di basket, pallavolo e calcio, oppure brevi gare in piscina o sulla pista d’atletica. E’ innegabile: la tensione era alta, ma nello stesso tempo eravamo tutti anche impazienti di dimostrare ciò di cui eravamo capaci. Nonostante quindi un po’ di legittima ansia, il clima generale si è mantenuto sereno, è stata una sana competizione, da cui sono nate anche delle amicizie, dei legami veri e profondi, e non mancavano di certo momenti di scherzo, di risate e di piacevole rilassamento e svago tutti insieme.
Lo sport ci ha aiutato a metterci alla prova, a scontrarci contro l’altro, a dimostrare ciò di cui eravamo capaci, a tirar fuori grinta e coraggio. In questo modo ci sono state anche piacevoli sorprese: abbiamo,per esempio, conquistato inaspettate vittorie. Questo ci fa riflettere su quanto sia importante provare a mettersi in gioco, tentare sempre, dare il meglio di sé, indipendentemente dalla bravura, dall’allenamento e dalla prestanza fisica. Nello stesso tempo è un ottimo modo per rendersi consapevoli anche dei propri limiti, per cercare di migliorare, non solo a livello strettamente sportivo, ma anche interiore, psicologico, imparando a crescere. E’ importante, infatti, trovare un equilibrio, essere cosciente dei propri limiti, ma nello stesso tempo non bisogna sottovalutarsi, tirarsi indietro prima di aver provato e non avere fiducia in sé. Lo sport è stato quindi non tanto il fine di questo viaggio, quanto più un mezzo, un tramite per continuare a crescere sempre più, a maturare, indirettamente anche ad apprendere qualcosa di nuovo, nell’ottica del programma educativo portato avanti dai Gesuiti. Avrò di questa esperienza sempre un piacevole ricordo, di un clima di festa, di gioia, di unione e coesione. È stata un’occasione preziosa per rinforzare i legami già presenti tra noi ragazzi della scuola, ma anche per allargare i nostri orizzonti, per entrare in contatto con realtà totalmente diverse, con stati apparentemente molto distanti da noi, con persone che non fanno parte della nostra routine quotidiana. In questa settimana abbiamo avuto il tempo per apprezzare ogni singolo istante, avendo anche modo di stare a contatto con la natura, allontanandoci per un po’ da una realtà ormai computerizzata alla quale siamo purtroppo abituati. L’escursione nella Foresta Nera il penultimo giorno, ad esempio, mi ha dato la possibilità di vedere un posto non contaminato quasi dalla mano dell’uomo, nel quale vive una natura intatta, in cui tutto è estremamente curato, in cui vigeva un silenzio al quale non siamo più abituati, grazie al quale abbiamo potuto rilassarci e scaricare la tensione dei giorni precedenti. Sono rimasta infine piacevolmente colpita dall’immenso lavoro compiuto dagli organizzatori dell’attività, che si sono adoperati per rendere il nostro soggiorno il più confortevole possibile, riuscendo inoltre a coordinare le numerose attività, che bisognava svolgere anche in contemporanea durante il giorno. Ciò testimonia un profondo amore, un grande interesse, una vera e propria passione, un forte desiderio di creare una sorta di rete, di comunità, di solidarietà e di intesa tra le varie scuole gesuitiche, che superi le singole barriere, gli apparenti ostacoli, diffondendo un ideale e un messaggio comune nelle vite di noi ragazzi. Organizzazioni come questa del Jeset 2012 mettono in luce un profondo sentimento di speranza, di fiducia, di ottimismo e di una progettualità costruttiva che devono caratterizzare la crescita di tutti i ragazzi.”

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