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Europa futuro plurale

Le preferenze apostoliche universali dei gesuiti

Il corso di formazione 2019 del Centro Astalli “Europa futuro plurale. Con i migranti verso un nuovo spazio comune”, realizzato con il contributo del Parlamento europeo e della Commissione europea, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e il sostegno della Fondazione Kondar Adenauer Stiftung, si pone l’obiettivo di ragionare sulle sfide che si trova ad affrontare l’Unione in vista delle prossime elezioni.

Da alcuni anni le migrazioni forzate sembrano essere diventate un fattore capace di mettere in crisi la sopravvivenza stessa dell’Unione Europea. La libera circolazione, la solidarietà tra Stati membri, la politica comune in materia d’asilo sono alcuni dei punti chiave su cui si fonda il progetto comune europeo. Davvero il problema sono i numeri degli sbarchi? O il fatto che, come insinua qualcuno, non possiamo più permetterci i diritti umani per tutti e bisogna scegliere chi lasciare indietro? L’Europa, ha ricordato spesso papa Francesco, è stata costruita dai migranti: le migrazioni hanno riportato vita, speranza e prospettive in un continente devastato dalla guerra. In un mondo sempre più interconnesso, il futuro deve essere costruito insieme: cittadini da sempre e nuovi cittadini, in una società capace di rispettare la dignità e di valorizzare il contributo di ciascuno.

Il corso di formazione 2019 del Centro Astalli “Europa futuro plurale. Con i migranti verso un nuovo spazio comune”, realizzato con il contributo del Parlamento europeo e della Commissione europea, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e il sostegno della Fondazione Kondar Adenauer Stiftung, si pone l’obiettivo di ragionare sulle sfide che si trova ad affrontare l’Unione in vista delle prossime elezioni.

Come sottolineato dal prof. Romano Prodi –  intervenuto in Gregoriana il 15 maggio, in occasione del primo incontro dal titolo “Quale Europa per il nostro futuro comune?” –  «il problema delle migrazioni ci divide in modo stupidamente drammatico per l’incapacità di affrontarlo». Per l’intera Europa definita “unione di minoranze”, «l’unico strumento per diffondere il concetto di integrazione è la scuola pluralistica, perché è intervenendo sull’educazione che si abbattono gli indici di disuguaglianza. Solo aprendoci alla dimensione del mondo si può avere un’Europa dal futuro plurale».

Il corso prosegue mercoledì 22 maggio, alle 17.30, con Chiara Ferrari, ricercatrice IPSOS, Mauro Magatti, sociologo Università Cattolica, e il giornalista Roberto Zichittella, si affronterà il tema “L’immigrazione in un’Italia frammentata”.

In Europa e in Italia l’insoddisfazione per lo status quo, la sfiducia e la frustrazione per la situazione politica si collegano sempre più spesso all’allarme per l’immigrazione, vista come uno dei problemi più gravi e urgenti. Però anche la rappresentazione di un Paese semplicemente e generalmente “più razzista” non è accurata: gli italiani, anche rispetto agli altri europei, sono divisi tra posizioni molto differenziate sul tema. Quello che accomuna molti, però, è una percezione del fenomeno molto distante dalla realtà dei fatti, alimentata da una rappresentazione mediatica sempre meno capace di descrivere la complessità.

In conclusione, mercoledì 29 maggio, sempre alle 17.30, è prevista la tavola rotonda “Costruire democrazia in un’Europa plurale” in collaborazione con la Fondazione Konrad Adenauer Stiftung.  Nel dibattito sulle migrazioni l’enfasi è posta sulle frontiere: aprirle o chiuderle? Ma forse uno degli elementi più problematici degli ultimi anni è il venire meno della coesione sociale, nei singoli Stati membri e nell’Europa nel suo insieme. Le ineguaglianze si allargano e molti fattori minano l’unità e la solidarietà europea. L’attenzione focalizzata sui nuovi arrivi nasconde un sostanziale disinteresse per la migrazione a lungo termine, per i processi di inclusione ed esclusione che interessano anche figli e nipoti di migranti presenti da tempo. Come incoraggiare l’integrazione e il senso di appartenenza, anche consentendo a tutti i gruppi sociali a rischio di esclusione di essere parte attiva della società come membri e non come ospiti?

Alla tavola rotonda intervengono Caroline Kanter, direttrice Fondazione Konrad Adenauer a Roma, Francesco Cananzi, magistrato, Matteo Truffelli, presidente Azione Cattolica Italiana, Chiara Tintori, politologa.

Gli incontri si svolgono presso la Pontificia Università Gregoriana, Piazza delle Pilotta 4 – Roma.

Il corso si inserisce nell’ambito della campagna sostenuta dal Centro Astalli e dal JRS Europa dal titolo “The power of vote” che vuole invitare i cittadini europei a votare tenendo conto dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, per un ‘Europa fedele ai principi di solidarietà e uguaglianza su cui si fonda. Questa campagna si pone in continuità con il movimento di sensibilizzazione “Stavolta Voto” sostenuto dal Parlamento europeo voloa a dare informazioni sulle principali questioni delle imminenti elezioni europee per permettere ai cittadini di esercitare il diritto di voto con cognizione di causa e in modo informato.

Per info: www.centroastalli.it

Francesca Cuomo

 

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