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Corporale e purificatorio del Venerabile p. Giuseppe Picco

L’affetto e la stima riservata al gesuita dai suoi contemporanei hanno contribuito alla nascita di una rivista “Amici di P. Picco” che nel tempo ha aggiornato i propri lettori circa il processo di beatificazione e la storia del gesuita. Una copia della rivista è consultabile nella sala studio dell’archivio storico della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù.

Anche quest’anno balzano agli onori delle cronache della nostra rubrica due manufatti in stoffa, dopo il fazzoletto di Papa Pio X di cui ci siamo occupati nel maggio del 2018.

Si tratta del corporale e del purificatorio appartenuti a p. Giuseppe Picco SJ. Sono ancor più preziosi per la loro sopravvivenza fino ai nostri giorni, infatti i purificatori, spesso in uso ed in dotazione ad ogni gesuita, non vengono poi consegnati all’archivio storico ma riutilizzati in casa o da altri confratelli. I due manufatti hanno inoltre una pregevole lavorazione in merletto, è possibile datarne la realizzazione tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

Come per il fazzoletto di Pio X, non ci troviamo davanti ad un semplice ricordo in stoffa, per scoprire perché approfondiamo la figura di p. Picco.

P. Picco nacque il 4 luglio 1867 a Nole, in provincia di Torino, entrò nella Compagnia di Gesù il 22 settembre 1885 pronunciando gli ultimi voti il 2 febbraio 1904.

Morì a Gozzano il 31 agosto 1946; era membro della Provincia Torinese.

Alcune biografie, pubblicate a partire dagli anni successivi alla sua morte, ne ricordano lo zelante apostolato nelle campagne e sui monti più isolati, sempre al servizio di contadini, operai e delle loro famiglie.

Lo dimostrano bene i diari delle comunità dove p. Picco ha vissuto, che testimoniano i suoi continui viaggi nel contado o sulle montagne per raggiungere i fedeli più lontani.

Da alcune testimonianze raccolte nel volume scritto da Paolo Molinari, “Padre Picco. Un prete che amò la sua gente”, sembra che il gesuita indossasse sempre un paio di zoccoli e avesse con sé un ombrello per affrontare le intemperie ed i sentieri più difficoltosi.

Poiché p. Picco è stato dichiarato Venerabile dalla Chiesa Cattolica, anche questo fazzoletto è “candidato” a diventare una possibile reliquia di II classe; lo diventerebbe ufficialmente solo con la beatificazione e successiva canonizzazione del gesuita.

Il fazzoletto, in stoffa, è conservato nel fondo della Provincia Veneto-Milanese insieme alla documentazione del gesuita: diari, appunti spirituali, fotografie.

L’affetto e la stima riservata al gesuita dai suoi contemporanei hanno contribuito alla nascita di una rivista “Amici di P. Picco” che nel tempo ha aggiornato i propri lettori circa il processo di beatificazione e la storia del gesuita. Una copia della rivista è consultabile nella sala studio dell’archivio storico della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù.

P. Picco, a distanza di tanti anni dalla sua morte, è ancora molto noto nei territori dove ha vissuto.

In foto il corporale ed il purificatorio.

 

                                                                                                                                                                                                                                                        Maria Macchi