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Camerun. Una strada intitolata a padre de Rosny, gesuita “nganga”

La via Père de Rosny a Douala è un atto di riconoscenza dei camerunesi nei confronti di questo missionario che ha vissuto 45 anni tra loro. La via si trova in prossimità del Centro spirituale dei gesuiti di Bonamoussadi.

Nel 1981, il gesuita francese Eric de Rosny, stabilitosi in Camerun nel 1957, ha pubblicato: Gli occhi della mia capra (Les yeux de ma chèvre), un’opera che ha segnato un’epoca e nella quale ha raccontato nei dettagli la sua iniziazione, durata cinque anni, in seno all’etnia douala presso un nganga, una sorta di stregone-guaritore che cura invocando gli spiriti. Ben presto p. Eric de Rosny si rese conto che “qualcosa” gli sfuggiva nei contatti con i bambini, anche in quelli che avevano ricevuto il battesimo e frequentavano il collegio cattolico dove insegnava inglese (in questo caso il collegio Liberman a Douala) ed ancor più con i loro genitori. Aveva posto questa lacuna sotto il termine generico di “cultura d’origine” fino al giorno in cui, incuriosito dai tamburi che sentiva la notte, si informò della loro origine. Gli risposero: “Sono gli stregoni”. Nel 1970 cominciò la sua iniziazione, detta “apertura degli occhi”, ovviamente degli occhi interiori, che permettono di vedere l’invisibile e di comunicare con dei poteri che si rivelano solo a coloro che sanno invocarli. In seguito partecipò a dei rituali, invocò degli spiriti, guarì dei malati, pratiche inusuali per un prete cattolico qual era lui, ma che, è necessario precisarlo, furono fatte in accordo con i suoi superiori.

 

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