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Bologna.Pasqua giovani da Monte Sole a Bologna

“Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra”. È iniziato così l’ ”ascensione” a Monte Sole, in fila indiana, in silenzio, lasciando risuonare nel cuore i versetti del Salmo 120 e ripetendoli al ritmo del respiro, più intenso per la salita impegnativa. E proprio così che è stato vissuto tutto il Triduo: camminando con la Parola.
Un gruppo di quaranta persone, formato da giovani scout, sia liceali che universitari accompagnati da due capi, da ragazzi che frequentano il Centro Poggeschi di Bologna e da giovani ”inviati” da gesuiti di varie parti di Italia, guidati da P. Jean-Paul Hernandez SJ e P. Vitaly Osmolovskyy SJ .
Il giovedì santo si è partiti da Monte Sole, con la visita e la preghiera sui luoghi dove, nell’autunno del 1944, in pochi giorni, i nazisti uccisero più di settecento civili, la maggior parte donne, bambini e anziani. I presenti sono entrati nello spirito del luogo anche grazie alle testimonianza di Fra’ Paolo, della comunità monastica fondata da don Dossetti per ”presidiare” con la memoria e la preghiera quei luoghi di violenza disumana e apparente silenzio di Dio. Dopo la meditazione sul Signore che si fa pane e, come un servo, si inchina per lavare la sporcizia nelle nostre vite, si è tenuta la condivisione del frutto della preghiera in piccoli gruppi e quindi la partecipazione alla Messa della cena del Signore. La giornata si è chiusa con un brevissima condivisione.
Il Venerdì Santo da Monte Sole si è passati a Pieve del Pino, circa venti chilometri di sali e scendi per l’Appenino bolognese. Sudore, vesciche, forti dislivelli, panorami suggestivi, sole e brezza primaverile, meditazioni sul processo e la croce di Gesù. Molti hanno avuto modo di confessarsi durante il tragitto. Dopo la partecipazione alla Liturgia della Passione del Signore assieme ai parrocchiani di Pieve del Pino si è tenuta una breve condivisione serale.
Il Sabato Santo il percorso è stato di dodici chilometri, da Pieve del Pino alla Madonna di San Luca, il santuario di Bologna.
Lungo la strada c’è stata la sosta sulla cima di Monte Sabbiuno, dove alla fine del 1944 vennero fucilati molti partigiani, i corpi fatti rotolare giù per le pendici e ritrovati dopo la liberazione nell’aprile del 1945. Una grande croce bianca, stesa sul terreno alla base del Monte, ha voluto dire la pena per tanta violenza ma anche la consolazione di un Signore che entra nella sofferenza dell’uomo per consegnarlo a una vita nuova. Infine meditazione sulla discesa agli inferi del Signore, aiutati da un brano tratto da un’antica omelia sul Sabato santo, l’ultima condivisione in gruppi e la recita del Rosario sempre divisi in piccoli gruppi fino a San Luca, come ringraziamento alla Madonna e presentazione delle intenzioni personali. Il Triduo si è concluso con la partecipazione alla Veglia a Villa San Giuseppe, molto partecipata sia emotivamente che numericamente.

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