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Bologna. In piazza la trasmissione del testimone, in “Body to Grace”

Una piazza simbolo di incontro fra Chiesa e città. Un vero “cortile della gente”: così è stata vissuto, venerdì 11 maggio, a Bologna, il quadriportico dei Servi di Maria, dove si è svolta la manifestazione “Body to Grace” (letteralmente ‘dare corpo alla grazia’), organizzata dai giovani della “Rete Loyola” assieme ai gesuiti di Bologna. L’evento all’aperto, dalle 17 alle 22, è stato interamente dedicato ai due protomartiri della chiesa di Bologna: Agricola e Vitale. La loro uccisione nel 303 si riassume in una frase: “Lo schiavo Vitale insegna al suo padrone Agricola la vera libertà, quella di dare la vita”. Il loro sangue diventa un messaggio dirompente che impregna per sempre la vita di questa città. Basta pensare al liber paradisus che proclama già nel 1256 la liberazione dei servi della gleba o allo stesso stemma di Bologna caratterizzato dalla parola “Libertas”. Oggi il grido di questo sangue arriva a una città come riscoperta delle origini, condizione per essere di nuovo “originale”.
Ha aperto l’evento monsignor Giulio Malaguti, parroco della chiesa dedicata ai due Santi, ricordando l’importanza della loro memoria storica per la Chiesa bolognese. Cuore dell’evento è stata la performance teatrale curata dai giovani della Rete Loyola. Scenografia scarna, che arriva subito “alla pancia”. La trasmissione della fede è stata rappresentata visivamente da un secchio di vernice drappeggiato di rosso, che gli attori-testimoni consegnavano ai compagni ancora “dormienti” sul sagrato della chiesa dei Servi di Maria. Nella seconda scena rimangono soli Vitale e Agricola, aggrappati agli estremi di un drappo rosso che simboleggia la fede-sangue dell’uno che attrae invincibilmente l’altro. Ma non sono super-eroi. Gli altri attori si trasformano presto nelle tentazioni che assalgono Vitale, si frappongono tra lui e il suo padrone-fratello nella fede. Il martirio dello schiavo è una vernice rossa con cui il corpo dell’attore è stato striato dalle mani di due “boia”, i quali eseguono la scena pacatamente, suggerendo solo simbolicamente la ferocia dell’esecuzioni tramite i gesti secchi delle mani. Gli ultimi tentatori lasciano infine Agricola che distende le braccia nel gesto dell’abbandono alla croce, una sorta di apertura d’ali che si chiude in un abbraccio con Vitale. In conclusione alcuni bambini raccolgono il secchio e ne offrono il contenuto al pubblico: sono sacchetti di semi! E’ l’ultimo anello della catena di testimoni bolognesi che dai due protomartiri giunge fino a noi.
Musiche a tema, alcune composte dai giovani, testimonianze di vita, visite alla cripta dedicata ai due protomartiri, catechesi sull’arte tenute dalle “Pietre Vive” e soprattutto tanto stupore e curiosità hanno accompagnato la giornata fino alla lectio magistralis di P. Bartolomeo Sorge SJ. Il gesuita ha esortato con forza i giovani a non avere paura del periodo di cambiamento che sta avvenendo: l’essere cristiani cambia il mondo e permette di vivere in pienezza e senza paura.

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