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Beirut, il racconto dalla residenza dei gesuiti

Padre Nader Michel SJ racconta come la comunità dei gesuiti di Beirut ha vissuto l’esplosione che ha devastato la capitale del Libano, provocando centinaia di morti, migliaia di feriti e danni incalcolabili a una città già in ginocchio per la crisi e la pandemia.

Martedì 4 agosto 2020, intorno alle 18.00 ora locale, abbiamo visto e sentito un’esplosione molto forte non lontano dalla nostra residenza. Un grande fumo nero si è levato verso il cielo, l’intero edificio è stato scosso, le finestre si sono spalancate, le porte si sono aperte, il contro soffitto è crollato sul pavimento. Una scena di desolazione e massiccia distruzione ovunque nella nostra residenza di 11 piani.

Inoltre, la comunità e il St. Gregory’s College sono state gravemente danneggiati. Grazie a Dio abbiamo avuto solo due ferite lievi. Più di 100 persone sono state uccise e 4000 ferite. L’ospedale, l’Hôtel-Dieu de France gestito dall’Università di Saint Joseph, non ha smesso di curare i feriti; nei corridoi, i dottori stanno assistendo i feriti. Anche gli edifici dell’università e dell’ospedale sono stati gravemente danneggiati. Ovunque a Beirut, si vedono finestre infrante, strade disseminate di vetri e si sentono solo le sirene delle ambulanze e il rumore della rimozione delle finestre rotte. La città è sotto shock. Le persone stavano già soffrendo sotto il peso di una crisi politica ed economica molto grave, la pandemia di Covid-19 che si stava diffondendo e ora è calata anche quest’ondata di distruzione e demolizione.

Nelle immagini: Ingresso della Residenza dei Gesuiti, Cappella della Residenza, Sala della comunità.

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