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Assemblea Magis: rileggere il cammino a partire dalla esigenze delle Chiese locali

Il Provinciale ha nominato padre Renato Colizzi nuovo presidente del Magis.

La Ong che coordina le attività di solidarietà internazionale della Provincia d’Italia in questi anni ha ampliato la sua azione: oltre al sostegno ai pochi missionari ancora presenti, supporta sempre più i gesuiti locali, nei progetti pensati e voluti in loco.

Renato Colizzi, 43 anni, gesuita, romano, è il nuovo presidente della Fondazione Magis, la Ong che coordina le attività di solidarietà internazionale della Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù. Sostituisce padre Nicola Gay che lascia dopo due mandati. A sancire il cambio al vertice è stata l’assemblea che si è tenuta il 18 giugno. Dal cda escono anche il vicepresidente Pietro Covini e Laura Coltrinari. Al loro posto entrano Francesca Peliti, 62 anni, romana, presidente degli Amici di Deir Mar Musa; Pier Francesco Pinelli, 54 anni, romano, top manager e commissario straordinario di Governo per il risanamento degli enti lirico sinfonici; Giuseppe Trotta, 51 anni, molisano, gesuita che lavora nella parrocchia dell’Immacolata al Gesù nuovo di Napoli. Sono invece stati confermati nel Cda: Mariaelena Aceti, 49 anni, suora della congregazione di San Giuseppe di Chambéry; Ambrogio Bongiovanni, 57 anni, docente di Dialogo interreligioso e interculturale presso la Pontificia Università Urbaniana (Roma), il Pontificio Istituto di Studi Arabi ed Islamici (Pisai) e il Pontifical Beda College (Roma); Domenico Cavarretta, 56 anni, medico.

L’assemblea è stata anche l’occasione per fare un bilancio del triennio appena trascorso. Un periodo nel quale il Cda uscente ha dovuto affrontare sfide impegnative. La crisi economica e i continui tagli dei bilanci pubblici hanno ridotto le entrate. Ciò ha costretto a un grande lavoro di adeguamento delle strutture della Fondazione Magis che ha portato alla dolorosa chiusura della sede di Palermo. «Oggi – ha detto nella sua relazione finale padre Nicola Gay – abbiamo riguadagnato l’equilibrio tra la struttura e le attività portate avanti. Lasciamo quindi una situazione di equilibrio della struttura che permette di guardare aventi con serenità».

In questi anni, il Magis ha stretto ulteriormente il rapporto con la Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù che ha fatto della Fondazione uno dei perni della sua azione in campo internazionale. Azione che, negli anni, è mutata. «I missionari sono sempre meno – ha osservato padre Gay -. Noi continuiamo ad aiutarli e a sostenere i loro progetti. Nel frattempo la nostra azione si è ampliata con un supporto sempre più consistente dei progetti dei gesuiti locali. Sono progetti pensati e voluti in loco. Noi non siamo una Ong che porta soldi e progetti, ma competenze che permettono di sviluppare iniziative nate da esigenze locali».

Ciò ha portato il Magis a lavorare a stretto contatto con i propri gruppi aderenti e con i missionari, ma anche e soprattutto con le Province gesuitiche nei Paesi del Sud del mondo e in collaborazioni con grandi attori della Compagnia come il Jrs, Fe y Alegrìa, Lok Manch, ecc.

«Questo Cda – ha concluso padre Gay – ha lavorato bene insieme. Non sono mancate posizioni diverse all’interno, ma questo non ha impedito alla Fondazione di crescere e creare i presupposti per un futuro sereno dal punto di vista finanziario e più efficace dal punto di vista operativo».

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