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Apertura del Pontificato di Pio XII e le ricerche nel nostro archivio

Circa un anno fa, Papa Francesco, annunciava al mondo durante un’udienza al personale dell’Archivio Segreto Vaticano, l’apertura del Pontificato di Pio XII alla consultazione da parte dei ricercatori, a partire dal 2 marzo 2020.

Ricordiamo che la normativa prevedeva per gli archivi religiosi la consultabilità della documentazione fino a febbraio 1939, elezione di Papa Pacelli. Sono due le principali ragioni che avevano previsto questo termine.

E’ sempre e solo il Pontefice a determinare l’apertura della documentazione della Santa Sede alla consultabilità e tradizionalmente si apre “per pontificati” dovendo individuare una periodizzazione. Il Pontificato di Pio XII si apriva poco prima dell’occupazione della Polonia da parte della Germania nazista e del conseguente scoppio della II guerra mondiale, la questione ebraica, i genocidi di massa, l’8 settembre 1943, la liberazione, il dopoguerra, arrivando alle porte del boom economico e della contrapposizione tra il blocco sovietico e occidentale.

Un pontificato complesso, oggetto di particolare attenzione da parte degli storici che ora avranno a disposizione una mole ingente di documentazione per un’analisi rigorosa e adeguata.

Ricordando le parole di Papa Francesco, «la Chiesa non ha paura della storia anzi la ama e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio».

Arrivato questo importante giorno, atteso dagli studiosi, anche il nostro archivio – nel rispetto della normativa pontificia alla quale si attiene in materia di consultabilità,- apre ai ricercatori la documentazione prodotta durante il pontificato di Pio XII.

A differenza dell’Archivio Segreto Vaticano che ha lavorato alacremente negli ultimi quattordici anni proprio per garantire la consultazione di questa mode documentaria, il nostro archivio non dispone ancora di tutti gli inventari, tuttavia l’archivista è a disposizione per guidare la ricerca.

Pur non potendo dar conto di tutti i possibili temi di ricerca che potrebbero interessare i nostri utenti, ricordiamo brevemente quali sono i documenti che meglio testimoniano il secondo conflitto mondiale raccontato dalle carte gesuitiche.

Si possono ripercorrere gli eventi bellici attraverso i – numerosi – diari di casa, delle residenze, seguendo il conflitto in Italia e in parte in Albania dalla dichiarazione di guerra nel 1940 fino all’occupazione del suolo italiano e alla sua liberazione.

Sono disponibili anche, dove conservatisi, i diari personali di alcuni gesuiti, come quelli di p. Massaruti che arrivano fino all’anno della sua morte, 1958, ora interamente consultabili.

Vengono aperte alla consultazione le lettere dei Provinciali, i carteggi dei singoli padri, le historiae domus, le relazioni delle missioni.

I diari dei collegi e delle residenze permettono anche di far luce sull’aiuto che i gesuiti hanno garantito ai concittadini di religione ebraica o a coloro che fossero ricercati o in pericolo, accogliendoli e nascondendoli; episodi solo in parte noti attraverso la testimonianza dei diretti protagonisti come nel caso dei fratelli Sonnino salvati da p. Raffaele Cubbe, proclamato decenni più tardi Giusto tra le Nazioni.

Maria Macchi