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Alghero. Nella pastorale collaborazione non sovrapposizione

Una storia lunga, che parte nel 1500, passa per la soppressione e riprende a metà del secolo scorso. I gesuiti sono tornati ad Alghero nel 1950, su richiesta dell’allora vescovo monsignor Adolfo Ciucchini e hanno ripreso a officiare san Michele, che, fino alla soppressione nel 1773, era la chiesa del Collegio della Compagnia (e dove oggi, in alcune locali, risiede la Comunità). Erano anni di intensa attività pastorale, anche perché la vita della città era concentrata nel centro storico, dove la chiesa si trova: alle celebrazioni liturgiche e al ministero delle confessioni, si aggiungevano attività catechistiche e formative, specialmente per ragazzi e giovani, e di formazione per gruppi di adulti (come l’Apostolato della Preghiera, la Congregazione Mariana, Guardie d’onore, Medici cattolici e altro). Nel primo periodo il lavoro pastorale dei Padri e Fratelli era legato alla chiesa e alla formazione in locali accanto alla chiesa.
A cavallo degli anni 70-80 la città si è estesa, si è parzialmente svuotato il centro storico e sono sorte nuove parrocchie (otto in tutto). La Comunità ha allora pensato di non doversi sovrapporre all’impostazione pastorale data dai parroci delle nuove parrocchie, ma di rendersi disponili a collaborare.
Agli inizi degli anni ’80 nasce la Comunità di ricupero per tossicodipendenti “Associazione Primavera”, a Santa Maria La Palma, nella campagna, a circa 15 chilometri da Alghero, e tuttora esistente. Fondata dai Gesuiti, l’opera non è della Compagnia, ma laica, e ha come direttore Padre Giacomo Pittalis, che da qualche anno è stato nominato anche parroco della borgata, sostituendo padre Tore.
Il Superiore della Residenza Padre Antonio Tore, di origine sarda, è ad Alghero da 42 anni. Ha avuto numerosi incarichi in Diocesi: ha insegnato lettere in un istituto superiore di Alghero, e ha aiutato il cappellano, un prete diocesano, all’Ospedale Civile di Alghero. Si è occupato di religiose, e per molti anni del Centro di ascolto per l’assistenza ai poveri della città. Nominato parroco di Santa Maria La Palma, dopo 12 anni, gli è stato chiesto di ritornare in ospedale come cappellano.
Il terzo Padre che vive in Comunità, Giovanni Pietro Cherchi, si occupa della chiesa San Michele, e segue un gruppo dei Cursillos de Cristianidad, è Assistente di un Gruppo Scout cittadino, e svolge altre attività pastorali.
La Comunità, inoltre, incontra ogni settimana alcuni sacerdoti per riflettere sulla Liturgia della Parola della domenica successiva, promuove incontri di esegesi per laici e la pratica della preghiera profonda di tipo orientale. Le attività socio- culturali organizzate dai Gesuiti di Alghero rendono la Comunità una presenza significativa per la città, apprezzata anche da non praticanti.
I primi gesuiti arrivarono ad Alghero alla fine del 1500, per dare vita al Collegio e dedicarsi alla predicazione e ad altri ministeri pastorali, molto sostenuti dal Vescovo di allora, monsignor Andrea Baccallar. La chiesa attuale venne costruita in luogo di una chiesa preesistente, piccola e fatiscente, dedicata a San Michele. Oggi l’edificio è arricchito da grandi quadri, restaurati a cura dalla Sovrintendenza, con soggetto alcuni santi della Compagnia: Sant’Ignazio, San Francesco Saverio, i Martiri Giapponesi, san Luigi Gonzaga. Di recente è state restaurata una statua lignea, seicentesca, di Sant’Ignazio di Loyola, che si presume sia stata fatta subito dopo la canonizzazione e che risulta di notevole fattura artistica.

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