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Al Gonzaga la scalinata della legalità

Dodici gradini con ventidue nomi, all’ingresso dell’edificio della scuola del Gonzaga Campus, per ricordare alcuni testimoni dell’impegno civile, vittime innocenti delle mafie. P. Gianni Notari: «La legalità va costruita ogni giorno con il nostro impegno concreto». P. Vitangelo Denora: «È il segno di una responsabilità sociale condivisa con i nostri giovani per il mondo che verrà».

L’inaugurazione della scalinata è avvenuta il 23 maggio, nella giornata della memoria di tutte le  vittime della strage di Capaci.  La scala di accesso alle classi, con tutti i suoi nomi, percorrendola e leggendola dal basso verso  l’alto, vuole essere un segno forte e soprattutto una metafora che coniuga la memoria delle  vittime innocenti, l’impegno sociale e civile dei cittadini e la speranza che deve essere coltivata  ogni giorno.

La settimana della legalità

L’iniziativa è avvenuta a conclusione dei diversi eventi e incontri che hanno caratterizzato la  Settimana della Legalità 2021. «La scalinata parte dal pensiero di Falcone quando dice che i valori non muoiono perché devono  camminare con le nostre gambe e quindi con chi verrà dopo», sottolinea p. Vitangelo Denora,  direttore del Gonzga Campus. «Questi gradini, ogni giorno, verranno saliti dai nostri giovani che  leggeranno i nomi delle persone che hanno sacrificato la loro vita per trasmettere quei valori che  restituiscono maggiore dignità alla nostra terra martoriata. Tutto questo vuole essere il segno di  una responsabilità sociale condivisa con i nostri giovani per il mondo che verrà».

«Quando si parla di legalità ci vengono subito in mente i nomi dei giudici Falcone e Borsellino che  si sono battuti nel lottare contro la criminalità organizzata per una maggiore uguaglianza nella  nostra città» dice lo studente Mario Lentini. «Con questi gradini dedicati, a loro e ad altri, è giusto  anche con piccoli gesti come questo ricordare alcune persone che hanno dato la vita per la legalità  nella nostra società». «Per me la legalità significa cercare di essere dei bravi ed onesti cittadini  attenti a ciò che ci circonda»,  continua Giulio Furitano del quarto liceo classico, «e accade ogni  giorno. Questa scalinata significa che ogni giorno, quando salirò queste scale, mi ricorderò del  sacrificio di quelle persone che hanno lottato nella nostra terra e sono morte nel contrasto alla  mafia. Oggi e sempre, dobbiamo fare tesoro della loro memoria con il nostro impegno di studenti  e di cittadini». «In classe, durante la settimana della legalità, con grande interesse abbiamo  ascoltato e ci siamo confrontati con i rappresentanti di Addiopizzo che ci hanno raccontato molte  cose. Oggi nella nostra scuola, ricordiamo non solo le persone scritte nei gradini ma anche tutte le altre  vittime della mafia» aggiunge pure Riccardo Finazzo del secondo liceo scientifico, «che hanno  deciso di combattere attivamente la criminalità lasciandoci sicuramente degli esempi da seguire».

Un percorso da costruire ogni giorno

«Il senso di questa scelta è stato intanto quello di volere dare un segno» spiega Marilena Poderati  vicedirettrice del Gonzaga Campus, «forte che dimostrasse l’intenzione di non fermarci,  nonostante non abbiamo potuto fare quest’anno il corteo della legalità che si concludeva nel  nostro istituto. Desideravamo, quindi, lo stesso potere dare onore a questa giornata che è stata  preceduta da una settimana della legalità a cui hanno partecipato insieme agli studenti i  rappresentanti di Addiopizzo, il procuratore Di Matteo e altri rappresentanti istituzionali». Diverse  classi, infatti, hanno realizzato dei lavori e anche un lenzuolo bianco è stato appeso davanti alla  scuola.  «La legalità è un percorso che dobbiamo costruire ogni giorno», afferma p. Gianni Notari, «con il  nostro impegno concreto che deve diventare testimonianza coerente dei valori della nostra vita.  Ogni gradino ha due nomi di persone che sono state uccise da chi ha voluto interrompere il loro  impegno per una società migliore. Tutti insieme dobbiamo lottare contro la criminalità mafiosa  che si pone ancora come un’assurda manipolazione delle coscienze. La solidarietà, in tutte le sue  forme, fatta sempre di segni e azioni concrete, deve oggi essere capace di aiutare chi è più fragile e  chi non ce la fa. Con i giovani dobbiamo camminare insieme per essere testimoni di giustizia.  Penso che il nostro tempo ha un forte bisogno di narrazioni credibili perché non è più sufficiente  l’uso dell’ideologia per interpellare gli altri. Occorre invece essere testimoni di una vita vissuta fino  in fondo che merita opportunità di aprire il cuore a nuove possibilità. Spesso, a stimolarci, non  sono le grandi ricerche ma proprio la vita concreta di coloro che hanno testimoniato nei fatti che è  possibile contribuire a fare crescere un mondo nuovo. I nomi che sono sulla nostra scalinata sono  di persone che si sono investite pienamente per la tutela della legalità perché hanno scritto con il  proprio sangue pagine di vita che possono essere lette dalle nuove generazioni per diventare una  forza di rinnovamento e di trasformazione sociale».

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