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Acquisti per la comunità, la dura vita del ministro di casa

Gestire, organizzare e mantenere una comunità, sono queste le preoccupazioni costanti dei padri ministri e degli economi delle comunità della Compagnia di Gesù, ieri come oggi.

Una comunità oltre ad assicurare l’assistenza a fedeli, gruppi di preghiera, alunni, religiosi e religiose è composta da individui con esigenze…pratiche.

Non sono poche quindi le questioni di tipo amministrativo e gestionale che ogni ministro di casa fronteggia quotidianamente.

Abbiamo ricordato nelle rubriche precedenti la questione dei pasti, ben 90 quelli preparati e serviti nel Noviziato di S. Andrea, o la spinosa faccenda del riscaldamento della residenza di Brescia.

Oggi torniamo nell’Ottocento ed entriamo virtualmente nella residenza di Castel Gandolfo, per scoprire quali fossero le spese della casa, e quindi i grattacapi del padre ministro.

In questo viaggio ci accompagna il libro mastro, o libro dei conti di casa.

Si tratta di un’unità archivistica deputata alla registrazione minuta delle entrate e delle uscite di un determinato ente, famiglia, persona, l’antenato del bilancio. Solitamente, in Antico Regime, esso corrispondeva ad un volume dalle dimensioni importanti – alcuni esemplari che oggi si conservano in Archivio Segreto Vaticano o in Archivio di Stato sono alti anche un metro e pesanti diverse decine di chilogrammi.

Questa forma del libro mastro, pensata perché questo importante documento contabile non potesse essere portato via facilmente, cadde in disuso nel corso dell’Ottocento, quando si preferirono registri più agili conformi al nuovo sistema del bilancio.

Il registro dei conti dei Casa di Castel Gandolfo, pur non essendo contraddistinto da dimensioni imponenti, ha un formato più grande dei normali registri ed è a tutti gli effetti un superstite, poiché per molte case non si è conservato il registro dei conti.

Ricordiamo che la residenza di Castel Gandolfo ha ospitato a partire dagli anni ’70 dell’Ottocento fino al 1906 i novizi della Provincia Romana, poiché il noviziato di S. Andrea al Quirinale fu chiuso e incamerato all’indomani del 20 settembre 1870.

Nella residenza/noviziato dunque vi erano diverse necessità: beni utili per i padri ma anche per i novizi.

Gli acquisti si dividono tra quelli relativi al vitto e quelli relativi a oggetti o servizi necessari in casa e possono raccontare molto della vita dei gesuiti che ivi vivevano.

Riportiamo qui – in una trascrizione fedele alla fonte – le voci più interessanti, tratte proprio da un volume di conti:

Tra le spese per il cibo si segnalano:

cicoria, latte, caffè, cacio cavallo e pecorino, noci, mandorle, nocciuole, cioccolatte, riso pasta e farina, pesce, conserva di pomodoro, ghiaccio, sale per la cucina.

Tra gli oggetti o materiali:

petrolio, ostie per la Chiesa, carta bollata, carta per la musica, zolfo, giunchi per legar le piantine, bottiglie pel refettorio, cerniere a manopola, legname, porporina, tabacco, cappelli da prete, medicinali, cera, fustagno, francobolli, lana per materassi, crocifissi e medaglie, grano per le galline.

Tra i servizi:

Spese di calzoleria, bucato, lavori di sartoria, carrozzella per il trasporto, riparazione di dentiera, riparazione d’orologio, coltelli e forbici arrotati, pulitura ai condotti de’ cessi, accomodatura di un ombrello e di una valigia.

Tra i fornitori:

Pizzicagnolo, pollaiuolo, fornaio di Castello, sarto, dentista, calzettaia, muratori, macellaio, barbiere, droghiere.

In fotografie il libro dei conti di Castel Gandolfo, dal 1891 al 1897 da cui sono tratte le informazioni, ed il libro dei conti della residenza di Orvieto, uno dei pochi superstiti di questa tipologia nel nostro archivio storico.

Maria Macchi