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Vaccini e scuola…uno “storico” obbligo

Ciclicamente, da alcuni anni, la polemica circa l’obbligo di vaccini tiene banco nell’opinione pubblica, rafforzata in tempo di Covid – 19. Molti affermano che i vaccini non fossero mai stati obbligatori nella scuola prima della seconda metà del Novecento. La documentazione archivistica può aiutarci a far luce su questo tema.

Grazie al fondo archivistico del Collegio S. Francesco Saverio di Livorno, lo stesso frequentato da Carlo Azeglio Ciampi, possiamo avere dei dati utili proprio riguardo l’obbligo dei vaccini.

Il fondo è composto da più di tremila fascicoli personali di tutti gli studenti ivi iscritti, dall’apertura della scuola nel 1924 fino alla sua chiusura negli anni Sessanta.

Nei fascicoli personali sono presenti diplomi, pagelle, segnalazioni, talvolta delle lettere inviate dalla famiglia alla scuola. Furono molti gli allievi che si iscrissero alla scuola nei primi anni dopo l’apertura, provenendo da altri istituti livornesi o nazionali.

Nel fascicolo degli alunni è presente sempre una nota, relativa al trasferimento dell’alunno, nella quale sono elencati i documenti necessari per la sua iscrizione, tra questi: il certificato di battesimo – trattandosi di una scuola religiosa – le pagelle precedenti e le vaccinazioni. Per quasi tutti lo stesso elenco è riportato anche nel frontespizio del fascicolo.

Non si tratta di un obbligo in vigore soltanto nei primi anni del fascismo, come dimostrano i certificati di bambini vaccinati ben prima del 1922.

Infatti, i bambini provenienti da altri istituti dimostravano di esser stati già tutti vaccinati.

Se ci spostiamo a Roma, invece, presso il Convitto dei Nobili, scopriamo dal registro dei convittori che era prevista una nota sulle vaccinazioni degli alunni, fin dal 1826, attraverso la testimonianza resa dai genitori o un attestato presentato al Rettore, mentre di alcuni è specificato che sono sopravvissuti al vaiolo o che gli sia stato inoculato e sono riportati dal 1840 in poi i nomi dei medici che firmavano i certificati, in foto il registro in cui è visibile la colonna con i dati sulle vaccinazioni.

Nelle scuole dei gesuiti la salute dei ragazzi era sempre assicurata, anche negli anni precedenti la diffusione dei vaccini.

In tutti i collegi era presente l’infermeria, con la possibilità di isolare prontamente i pazienti che presentassero virus di veloce diffusione e particolarmente temuti: come scarlattina o morbillo, ad esempio.

Inoltre erano presenti stanze per le visite e primo soccorso, attrezzate anche per visite specifiche come la stanza del dentista.

Il fratello infermiere, spesso presente nei collegi gesuitici, si prendeva cura sia dei confratelli che degli allievi malati, avendo in casa una piccola farmacia sempre fornita.

I collegi avevano un proprio medico di riferimento ma in caso di malattie o infortuni gravi, gli allievi erano trasportati nel più vicino ospedale, chiamando contestualmente la famiglia.

Ulteriori ricerche nei fondi scolastici, non soltanto della Compagnia di Gesù, potrebbero offrire interessanti spunti per la storia della vaccinazione e della sanità in età scolare nel Novecento.

                                                                           Maria Macchi

In fotografia un particolare del registro dei Convittori di Roma e i certificati del Collegio di Livorno.